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Il golpe del governo sull'immigrazione: clandestini legalizzati

Blitz del governo nel ddl svuota carceri: entrare in Italia abusivamente non è più reato. Il sì al Senato da Pd e Ncd. Indebolita la Bossi-Fini, insorgono Lega e Fi

Il golpe del governo sull'immigrazione: clandestini legalizzati

Roma - Il Senato abolisce il reato di immigrazione clandestina. Ora il provvedimento, contenuto nel ddl delega sulle misure alternative al carcere, passa alla Camera accompagnato dalle feroci polemiche della Lega e la bocciatura di Forza Italia. Una maggioranza ibrida (Pd e Nuovo Centrodestra) e poco coraggiosa licenzia un provvedimento confuso preferendo inserire una norma «manifesto», l'abolizione del reato di ingresso clandestino, in una legge delega senza affrontare nel suo complesso la materia immigrazione e l'eventuale riforma della Bossi-Fini. La legge approvata nel 2002 di fatto non viene toccata (il reato di clandestinità venne introdotto nel 2009 con il pacchetto sicurezza) e si ritorna così all'illecito amministrativo per il quale è prevista l'espulsione. Il penale scatta in caso di recidiva se non si rispetta il provvedimento di espulsione.

Ma il passo compiuto ieri dal Senato è inverso rispetto a quello fatto nel 2002 dalla Bossi-Fini che rappresentava un irrigidimento delle norme precedenti mentre ora le maglie si allargano. Palazzo Madama trasmette un messaggio di indebolimento delle frontiere proprio nel giorno in cui il ministro degli Esteri, Emma Bonino, lancia un monito sulla questione sicurezza e sul rischio di accogliere inconsapevolmente terroristi di fronte al movimento di milioni di persone che fuggono dalla guerra e dalla fame e con la Libia completamente fuori controllo. «In milioni di rifugiati, tra donne e bambini, trovano facile nascondiglio tutta una serie di altri signori. - avverte la Bonino - Si tratta di un problema europeo perché l'Italia è un Paese di transito e dove vanno a finire le cellule dormienti è una questione europea».

Non stupisce che Maurizio Sacconi, Nuovo Centrodestra, si affanni a spiegare che con il provvedimento di ieri si «ripristina integralmente la Bossi Fini che considerava illecito amministrativo il primo ingresso» e che chi entra illegalmente nel nostro paese sarà comunque colpito dal provvedimento di espulsione. Sacconi cerca di evitare brutte figure al leader di Ncd, l'attuale vicepremier e ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che ha più volte ribadito «la Bossi-Fini non si tocca». Ma l'intervento di Sacconi viene corretto a sinistra da Luigi Zanda del Pd. «L'immigrazione clandestina non è più reato - dice Zanda -. È tornata ad essere illecito amministrativo: questo è il senso della norma approvata e voluta dal Pd». Ed infatti la maggioranza non ha approvato un emendamento chiarificatore del senatore Fi Giacomo Caliendo, che esplicitava il ricorso all'espulsione in caso di ingresso clandestino. Diverse «interpretazioni» frutto della confusione che regna nella maggioranza secondo il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. «Cancellando il reato d'immigrazione clandestina si incoraggiano i trafficanti che sul Mediterraneo sono colpevoli di orribili stragi - attacca Gasparri -. Il Ncd che guida il ministero dell'Interno contraddice le dichiarazioni fatte più volte. Con la sinistra ci si può confrontare sulle regole ma non ci si può consegnare su scelte decisive come il contrasto all'immigrazione clandestina».

E la portata della decisione presa ieri dal Senato è ben riassunta nella dichiarazione del ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge. «Chi per la prima volta entra clandestinamente nel nostro paese non verrà più sottoposto a procedimento penale - annuncia la Kyenge - la maggioranza espressa al Senato è indice di civiltà». Sul fronte opposto il segretario della Lega, Matteo Salvini.

«L'abolizione del reato di clandestinità è un attentato alla sicurezza dei cittadini italiani».

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