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Il governo accelera sulle dismissioni. Obiettivo: incassare almeno 3 miliardi

L'obiettivo è incassare almeno 3 miliardi. Esclusa la cessione di azioni di società pubbliche. Mercoledì a Mosca G20 dei ministri economici. Letta va a Londra

Il governo accelera sulle dismissioni. Obiettivo: incassare almeno 3 miliardi

Roma - Il declassamento del rating sul debito sovrano spinge il governo ad accelerare le procedure sulle privatizzazioni; almeno di quelle immobiliari. Il tema è stato affrontato marginalmente nei conciliaboli che hanno preceduto il Consiglio dei ministri.
Durante la riunione di governo è stata formalizzata la creazione dell'Authority dei Trasporti. Ne faranno parte Andrea Camanzi, Barbara Marinali e Mario Valducci. Camanzi e Marinali vengono dall'Università Luiss di Roma. Valducci, invece, è stato presidente della commissione Trasporti della Camera.
Nella stessa seduta, Maurizio Lupi è stato nominato segretario del Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica. Piccolo particolare: continua la migrazione da un ministero all'altro del Cipe. Prima, era al Bilancio; con l'accorpamento dei ministeri è passato sotto l'ala dell'Economia. Prodi lo volle portare a Palazzo Chigi e ora viene dirottato al ministero delle Infrastrutture.

Il Consiglio dei ministri ha poi confermato i vertici del ministero dell'Economia: da Fabrizia Lapecorella, al dipartimento fiscale, a Vincenzo La Via, alla direzione generale del Tesoro. Befera (Entrate), Peleggi (Dogane), Scalera (Demanio) dovranno attendere il parere della Conferenza unificata.
All'indomani dell'abbassamento del rating da parte di Standard and Poor's, Fabrizio Saccomanni ha convocato più di una riunione tecnica (presente il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta) per informarsi delle procedure necessarie a incassare entro l'anno 15 miliardi di euro, così come previsto dal Documento di economia e finanza (Def).
In quelle occasioni il ministro si è reso conto personalmente della difficoltà a incassare cifre del genere, che equivalgono a un punto di pil. E ai tecnici dell'Economia ha chiesto anche lumi sui motivi che li avevano portati a indicare nel Def valori cosi importanti già da quest'anno.
Le risposte ricevute non lo hanno soddisfatto; e ora ha chiesto un supplemento di istruttoria per verificare se almeno una quota di quei 15 miliardi può entrare nelle casse dello Stato entro la fine dell'anno. Una prima stima parla di 3 miliardi al massimo.

Saccomanni, poi, avrebbe rivelato durante queste riunioni lo scetticismo della Banca d'Italia su operazioni di questo tipo. E avrebbe escluso ogni intervento di riduzione di presenza dell'azionista Tesoro nei confronti delle società controllate direttamente, o - indirettamente - attraverso Cassa depositi e prestiti. Soluzioni di questo tipo erano state tratteggiate quale extrema ratio per la riduzione del debito, e inserite nei nuovi poteri attribuiti al presidente del Consiglio con la golden power, la norma che ha permesso di superare la procedura d'infrazione europea sulla golden share.

È assai probabile, poi, che Saccomanni non possa preparare nel migliore dei modi la cabina di regia di giovedì prossimo, che dovrà definire le coperture finanziarie alternative su Imu ed Iva: da qui, le riunioni tecniche su come recuperare i miliardi che mancano al raggiungimento degli obbiettivi sulle dimissioni.
Mercoledì, infatti, è in programma un G-20 dei ministri economici a Mosca.

Nello stesso giorno, Enrico Letta sarà a Londra per incontrare di governo e per contatti con la comunità finanziaria.

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