Economia

Il governo ci lascia il contante Tassa su Google per il lavoro

Legge di stabilità, Saccomanni si arrende sui limiti alla circolazione del denaro. Spunta l'ipotesi di finanziare il cuneo fiscale con un miliardo dai colossi del web

Il governo ci lascia il contante Tassa su Google per il lavoro

RomaNessuna «stretta» sull'uso del contante. È lo stesso ministero dell'Economia a precisare che nella legge di stabilità non è contenuta alcuna norma in proposito. Il ministro Saccomanni, si legge in una nota, ha solo ribadito al Senato «l'importanza della tracciabilità delle transazioni, senza alcun riferimento a iniziative volte a cambiare la normativa oggi in vigore».

Il comunicato di Via XX Settembre giunge negli stessi minuti in cui si conclude l'incontro a palazzo Chigi fra Enrico Letta, il vicepremier Angelino Alfano, Saccomanni e i suoi vice Fassina e Casero, e Dario Franceschini, dedicato alle modifiche della legge di stabilità. Evidente il tentativo di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, e di assicurare alla manovra un cammino il meno accidentato possibile in Parlamento. Le proposte di modifica dovranno arrivare alla commissione Bilancio del Senato non oltre giovedì prossimo. Fra quelle in gestazione, spicca la tassazione di Google e degli altri giganti del web per trovare un miliardo da aggiungere alla dote sul cuneo fiscale.
Cuneo, tassa sulla casa, indicizzazione delle pensioni e blocco della contrattazione nel pubblico impiego sono i capitoli «caldi», su cui si sta concentrando l'attenzione dei partiti. Sul cuneo, sta prevalendo l'idea di restringere la platea di chi otterrà gli sgravi fiscali, in modo da renderli più sensibili. Più soldi a meno lavoratori. Secondo il presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama Antonio Azzollini (Pdl), bisogna concentrare le risorse, potenziandone l'impatto. Inoltre, aggiunge, «si può fare di più sul salario di produttività», anche se bisogna ricordare che il salario aggiuntivo legato alla produttività lo si trova quasi solo nelle grandi imprese. Il Pd vorrebbe limitare la platea dei beneficiari a chi guadagna al massimo 28mila euro, ma si potrebbe arrivare anche a 30-35mila, mentre il testo del governo parla di 55mila euro. Ai finanziamenti per il cuneo il Pd vorrebbe aggiungere 1 miliardo di euro, reperito dalla tassazione su Google e sugli altri «big» della rete. Sempre il Pd vorrebbe estendere le deduzioni Irap non soltanto ai neo-assunti, ma a una platea molto più ampia.

Qualche novità sembra in arrivo anche sui fronti delle pensioni e del pubblico impiego. Si pensa di aumentare il tetto - fissato ora dalla legge di stabilità in 1.486 euro lordi, tre volte il minimo - entro cui arriva l'adeguamento all'inflazione. Le risorse potrebbero giungere, almeno in parte, da un'estensione del contributo di stabilità a carico delle pensioni superiori a 100mila euro l'anno, mentre ora il testo della manovra prevede il contributo per gli assegni superiori a 150mila euro. Quanto al pubblico impiego, il blocco della contrattazione potrebbe essere alleggerito da un'indennità di «vacanza contrattuale». Potrebbe anche cambiare la norma che prevede il versamento «a rate» delle liquidazioni superiori ai 50mila euro.
Il capitolo casa resta sempre molto delicato. Le detrazioni alla Tasi dovrebbero essere affidate ai Comuni, con tutti i rischi che questa procedura comporta. I sindaci già avranno il potere di decidere l'aliquota, portandola dall'1 per mille a un massimo del 2,5. Il ministro per i Rapporti col Parlamento Dario Franceschini, in un'intervista al Sole24Ore, ha ipotizzato persino un possibile aumento fino al 4 per mille.

Di fronte a simili eventualità, parlare di invarianza di prelievo sulla casa fra le vecchia Imu e la nuova imposta è del tutto privo di senso.

Commenti