Economia

Il governo congela l'Imu sulla prima casa Ma il grande bluff non rilancia i consumi

Tutte le imposte hanno un effetto distorsivo. Se si pretende di riformare l'Imu a parità di gettito, non si fa che spostare da Tizio a Caio un'imposta ingiusta

Il governo congela l'Imu sulla prima casa Ma il grande bluff non rilancia i consumi

Le imposte sono un male necessario. La gradazione del loro maleficio dipende da quanto distorcono la libertà di produrre reddito e di generare ricchezza. A parità di gettito, ci può dunque essere una tassa migliore di un'altra. Cerchiamo di essere un po' più chiari. L'imposta sulle transazioni finanziarie (la più politicamente corretta nei salotti di Milano centro) più gettito crea, più lavoro distrugge. Le tasse sul lusso (le più politicamente corrette nei salotti televisivi) più sono pesanti, più cancellano il mercato e meno gettito procurano. Insomma quando si pensa a un'imposta, tocca ragionare sui comportamenti conseguenti che terranno i contribuenti. C'è chi scapperà, chi avrà convenienza a investire quattrini per eluderla, chi sarà costretto a chiudere. Non esiste l'imposta ottima. Poiché tutte hanno un effetto distorsivo.
Le imposte patrimoniali non sfuggono alla regola. Colpendo la ricchezza accumulata, vellicano l'idea tanto diffusa quanto sbagliata che il patrimonio sia sempre e comunque figlio di un'ingiustizia socialmente intollerabile. L'attuale dibattito governativo sull'Imu non sfugge a questa regola aurea. Mai la riduzione di un'imposta ha trovato così tanti ostacoli. Per anni abbiamo addirittura inventato la balla, ormai universalmente accettata in Italia, che nel Belpaese si pagasse sulla casa meno che nel resto d'Europa: paghiamo il doppio della Germania. Nessuno ha obiettato che l'imposta sulle residenze è spesso un'imposta su un debito, cioè quello contratto con le banche. In pochi si ricordano che la proprietà immobiliare è la forma di risparmio preferita degli italiani e che in tutto il mondo il risparmio (si pensi al trattamento fiscale dei fondi pensione anglosassoni) è fiscalmente agevolato.
Perché questa lunga filosofia sull'Imu proprio il giorno in cui il governo si appresta a sospenderla sulla prima casa? Perché temiamo che sia un grande bluff. Ci auguriamo che così non sia. E che le dichiarazioni dell'esecutivo scontino un po' di sana prudenza (e inganno) nei confronti degli occhiuti burocrati europei. Ma siamo preoccupati. Con l'Imu abbiamo portato la tassazione da 10 a 24 miliardi di euro. Se si pretende di riformare l'imposizione sugli immobili a parità di gettito, non si fa che spostare da Tizio a Caio un'imposta ingiusta.

Con l'aggravante di rendere tutti più insicuri sul proprio futuro fiscale e dunque azzerando l'effetto ricchezza (subito più soldi in tasca da spendere) che molto servirebbe per rivitalizzare i consumi.

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