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Governo, al via le consultazioni

Avviati i colloqui coi vertici delle Camere e le delegazioni politiche: segui la diretta. Domani toccherà a Grillo e Casaleggio. Pdl e Lega al Colle insieme. Bersani chiederà l'incarico

Governo, al via le consultazioni

Adesso è il momento di Giorgio Napolitano. La difficile partita per la formazione del governo si è trasferita al Quirinale dove, questa mattina, il presidente della Repubblica ha dato il via alle consultazioni e dove, al termine del giro di orizzonte con le forze politiche, convocherà il presidente del Consiglio incaricato (segui la diretta streaming).

Da qualche giorno viene portata avanti l’ipotesi di affidare l'incarico a una personalità istituzionale con l’obiettivo di far guadagnare tempo al leader piddì Pier Luigi Bersani nel tentativo di trovare una maggioranza parlamentare indispensabile a non rischiare il tracollo ad ogni votazione. Interpellate al riguardo, fonti del Colle hanno ribadito che il capo dello Stato deciderà solo in base a quanto emergerà dal giro di consultazioni che si terrà tra oggi e giovedì. Nient'altro. Questa mattina, a salire per primi lo scalone che porta allo studio di Napolitano sono stati i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini. "Con il capo dello Stato abbiamo espresso la concorde determinazione della necessità assoluta di dare un governo al Paese - ha detto il presidente del Senato - si inizieranno a percorrere tutte le strade". Dello stesso avviso anche la Boldrini: "C’è bisogno di un governo il prima possibile". Oggi tocca ai partiti più piccoli, domani alle forze maggiori. Il leader del Sel Nichi Vendola ha fatto presente al Quirinale che l'incarico di formare "un governo di innovazione politica e culturale" spetta a Pier Luigi Bersani. Sulla stessa line anche Richard Theiner della Svp che ha chiesto al capo dello Stato di mandare quanto prima Bersani a Palazzo Chigi. Di tutt'altro avviso, invece, i Fratelli d'Italia che, come ha spiegato Guido Crosetto, hanno chiesto il governo di scopo per evitare qualsiasi tipo di inciucio. Sibillina la posizione di Scelta Civica. Andrea Olivero ha infatti spiegato che la formazione di Mario Monti ha proposto di formare "un governo solido con tutti i partiti".

Per i Cinque Stelle ci saranno Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, per la prima volta a colloquio con il presidente della Repubblica. Il centrodestra si presenterà con una delegazione unica composta dal Pdl e dalla Lega Nord. Domani pomeriggio chiuderà la "sfilata" il Pd rivendicando per sé l’incarico a formare il nuovo esecutivo. Napolitano è consapevole delle difficoltà. Con buone probabilità Grillo dirà al capo dello Stato che non ha la minima intenzione di farsi coinvolgere nella formazione del governo. Al limite, il guru pentastellato teleguiderà i suoi a votare i provvedimenti graditi e niente di più. Nonostante la sfiducia grillina Bersani, che dice di avere "grandissima fiducia" nel Quirinale, non si dà per vinto: sull’onda del colpo messo a segno con l’elezione dei nuovi presidenti delle Camere, chiederà comunque a Napolitano di affidargli l’incarico, come leader della coalizione che ha la maggioranza assoluta alla Montecitorio e la maggioranza relativa a Palazzo Madama.

Il leader democrat andrà alle consultazioni con la proposta già votata dalla direzione piddì: spiegherà a Napolitano di voler cercare in parlamento i consensi delle forze disposte ad appoggiare il suo programma in otto punti. Per riuscirci il segretario ha intenzione di replicare la mossa usata per occupare gli scranni più alti delle Camere: nomi nuovi e fuori dagli schemi. "Stiamo facendo girare la ruota", dice il leader del Pd tirando una bilancio dell’elezione dei nuovi vertici delle Camere e dei capigruppo. A quanto pare Napolitano affiderà non un semplice mandato esplorativo per sondare le forze politiche, ma un mandato vero e proprio, dopo aver fatto anche un check dei numeri, per delle consultazioni al termine delle quali il segretario del Pd potràeventualmente presentarsi alle Camere e chiedere la fiducia sulla sua squadra e sul suo programma. L’importante, per l'inquilino del Quirinale, è che si arrivi rapidamente a una soluzione e che il paese non venga lasciato nell’incertezza.

La strada, come tutti ripetono da giorni, è stretta. Per allargarla un po' Bersani spera che che anche il Carroccio si faccia convincere a non staccare la spina della legislatura. I contatti ci sono stati, ma il neo governatore della Lombardia Roberto Maroni ha deciso di blindare il suo patto con il Pdl: "Non faremo nulla contro la coalizione". Che però aggiunge, lasciando aperto un minimo spiraglio: "Come governatore della Lombardia voglio un governo che mi dia risposte". Difficile, però, che i lumbard si facciano convincere da un governo di sinistra con innesti di personalità ben viste dai Cinque Stelle.

La linea del centrodestra è un’altra: strappare al Partito democratico l’assicurazione che dopo Napolitano il Quirinale andrà a un esponente del centrodestra, e dar vita a un governo di larghe intese, escludendo i grillini. "Per uscire dalla recessione e ripartire verso lo sviluppo - ha chiarito Silvio Berlusconi - occorrono interventi forti, e soltanto un governo esperto, stabile e autorevole che scaturisca da un accordo tra il Pd e la nostra coalizione può realizzarle.

Ma in cambio abbiamo ricevuto solo insulti".

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