Magistratura

Il governo si inventa anche la prova tv per arrestare i violenti

I tecnici: le manette possono scattare 48 ore dopo gli scontri grazie ai video della polizia. I lettori del Giornale con gli agenti: raccolti 62mila euro

Il governo si inventa anche la prova tv per arrestare i violenti

Indagato per corruzione il generale Nicolò Pollari, ex capo del Sismi: la Finanza ha eseguito un decreto di perquisizione del pm Henry John Woodcock. Perquisioni per il generale Walter Cretella Lombardo, comandante della Gdf in Veneto e dell'immobiliarista Achille D'Avanzo. L'indagine in questione riguarda presunte irregolarità sia nel fitto a Napoli di immobili destinati alla Gdf, a un prezzo ritenuto esorbitante, sia nell'acquisto di immobili a Roma. Pollari si dice sorpreso: «Non ho nulla da temere»

Dopo aver scaricato i poliziotti coinvolti negli scontri di Roma prim'ancora di sapere se sono realmente colpevoli o innocenti, il ministro dell'Interno ha provato a metterci una toppa. E anziché annunciare misure drastiche, preventive e definitive oltre che pene più severe contro chi si presenta in piazza con caschi, passamontagna, scudi, bastoni e bombe carta, nel question time al Senato in previsione di «mesi difficili» ha annunciato l'«arresto differito» che dal 2003 già è in vigore per chi commette reati negli stadi. In pratica quanti distruggeranno auto, picchieranno agenti, lanceranno molotov, per motivi di opportunità e di sicurezza potranno continuare a distruggere, picchiare e gettare bottiglie incendiarie per poi essere arrestati «in flagranza di reato» pure il giorno dopo, fino a 48 ore dagli scontri, sulla base dei filmati registrati dalla polizia. Un annuncio che rischia di apparire quantomeno contraddittorio: piuttosto che intervenire all'istante sull'aggressore, per evitare problemi di ordine pubblico si potrà lasciarlo fare nella speranza di individuarlo dai video per poi arrestarlo con calma a domicilio. Un suggerimento a non intervenire per i già demotivati poliziotti che la contestatissima Cancellieri, in ore di rabbia montante tra le forze dell'ordine, forse avrebbe potuto risparmiarsi vista la nota «irriconoscibilità» dei black bloc. «Chi di voi ha fatto l'ordine pubblico - ha riferito il ministro - sa bene che in certi momenti l'ordine pubblico non può far altro che farli partecipare perché i danni sarebbero peggiori. Una soluzione a questo problema, anche se parziale c'è ed io intendo portarla avanti, quale quella dell'arresto differito, uno strumento molto efficace».
Nel frattempo arrivano 15 avvisi di garanzia e 5 misure cautelari per gli «indignati» della guerriglia romana di un anno fa. Arresti domiciliari per Francesco Carrieri e David Ceccarelli e obbligo di firma per Nadia Vecchioli, Fabrizio Lisci e Gaetano Azzinaro, accusati di aver preso parte agli scontri del 15 ottobre 2011 con «mazze, pali in ferro e legno, bastoni, bottiglie, pietre, sampietrini, petardi e cassonetti per l'immondizia». Molti degli indagati sono accusati d'aver saccheggiato e devastato il supermercato Elite di via Cavour, incendiato un immobile dell'esercito, una caserma della finanza, fracassato una pompa di benzina, un'agenzia di lavoro interinale, distrutto una statua della Madonna di Lourdes e via discorrendo. Il Ros ha ricostruito le azioni di guerriglia urbana grazie alle foto dei giornali e ai video. Mentre a due soli teppisti è contestato il tentato omicidio di un carabiniere colpito «violentemente al volto con un palo di legno» introdotto all'interno della jeep con «una manovra del tipo ariete», proprio come in piazza Alimonda a Genova quando morì Carlo Giuliani.
Intanto escono dati agghiaccianti sui (pochissimi) black bloc arrestati per i disordini di piazza. In dieci anni i danni provocati ammontano a 300 milioni di euro (40 dei quali solo per gli incidenti a Roma dal 2007 a oggi, per non parlare dell'inferno di Genova 2001 con soli 10 anarchici in cella, o l'unico no global condannato - e condonato - per le incredibili devastazioni al G7 di Napoli). La violenza No-Tav, oltre ad annoverare 357 divise all'ospedale dall'inizio dei lavori nei cantieri, vede alla sbarra 46 antagonisti quando nelle giornate campali del 3 e 23 luglio 2011, a fronte dell'assalto di 600 scalmanati, si registrarono appena quattro arresti in flagranza e due denunciati. E che dire dell'assalto ai cantieri Mose al lido di Venezia (settembre 2005): 21 assoluzioni su 22 imputati. L'unico riconosciuto colpevole ha preso tre mesi. Se la sono cavata pure i 19 antagonisti che tentarono di sfondare la Questura di Taranto. Per le scene apocalittiche del 14 dicembre 2010 nella Capitale solo 26 i teppisti denunciati (otto già assolti) contro i 10 «per i tafferugli con le forze dell'ordine del 9 aprile 2011 a Padova. Negli ultimi tre anni non arrivano a un centinaio le manette in flagranza per le manifestazioni di piazza: in media una trentina l'anno, una cifra risibile rispetto alle manifestazioni e alle violenze reiterate impunemente. Domani a Roma il rischio sarà di nuovo altissimo con i cortei di sindacati e studenti la mattina, quello dei neri di «Casapound» il pomeriggio. Di qua i poliziotti, di là i vandali e i loro protettori.

Uno Stato serio non dovrebbe stare dove sta: in mezzo.

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