Economia

Il governo si svena, 4 miliardi in Monti-bond

E Mps entro il 2016 dovrà pagare un miliardo e mezzo di interessi. Gallo (Fiba): "Abi e Antitrust intervengano per fermare l'attacco delle concorrenti"

MilanoMonte Paschi incamera i 4 miliardi di aiuti versati dal Tesoro con l'imbuto dei Monti-bond. L'operazione, completata ieri dal consiglio di amministrazione a 8 mesi dall'avvio del cantiere, consente a Siena di riportare a un livello di tutta sicurezza il patrimonio (il Core Tier One sale al 10,8% contro il minimo del 9% chiesto dall'Eba) e di proseguire nel rilancio industriale impostato dall'amministratore delegato Fabrizio Viola.
La Borsa ha brindato: il titolo Mps è scattato di oltre il 2%, per poi chiudere in progresso dell'1,25% a un prezzo di 21 centesimi. L'aiuto pubblico costerà però a Siena quasi 1,5 miliardi di interessi da qui al 2016, quando i Monti-bond dovrebbero essere rimborsati, perché la cedola base del 9% (365 milioni circa) lieviterà al 9,5% già dal prossimo anno. Nel dettaglio, l'operazione del Tesoro è stata di 4,07 miliardi, perché ai 2 miliardi di «incasso netto» per Rocca Salimbeni vanno sommati gli 1,9 miliardi necessari per sostituire i vecchi T-bond e i 170 milioni di interessi già maturati. Nel frattempo la banca dovrebbe procedere con le previste cessioni e con l'aumento di capitale, con cui cercherà un nuovo socio forte da affiancare alla Fondazione Mps, oggi titolare del 35% ma da tempo in debito d'ossigeno.
Nella città del Palio si spera che i Monti-bond diano al Monte nuova energia per espandere il credito a famiglie e imprese clienti. Ecco perché a Siena si punta il dito contro l'attacco sferrato da alcune banche concorrenti, nel tentativo di sfruttare il danno di immagine conseguente allo scandalo dei derivati per sottrarre al Monte i migliori addetti dell'area commerciale e i correntisti con i relativi risparmi: secondo quanto si vocifera nel palazzo di Rocca Salimbeni il danno potenziale in termini di masse potrebbe arrivare a 3-4 miliardi, tra fondi di investimento, conti correnti e l'esclusivo private banking.
Non per nulla, come anticipato dal Giornale, il nodo Mps è stato uno dei primissimi problemi posti dai sindacati lo scorso mercoledì mattina sul tavolo del neo presidente dell'Abi, Antonio Patuelli. E il leader della Fiba-Cisl, Giuseppe Gallo preannuncia che chiederà sia a Palazzo Altieri sia all'Antitrust «di intervenire per impedire gravi distorsioni di mercato ai danni del Monte Paschi».
Il timore di Gallo è che i «rilevanti fenomeni di concorrenza sleale che si stanno verificando» contro il gruppo senese possano «avere ripercussioni sia sul fronte del credito sia su quello occupazionale». Pertanto la Fiba-Cisl lancerà un appello all'Abi, con l'obiettivo di «potenziare le risorse del Fondo di solidarietà (che è il principale ammortizzatore sociale del settore, ndr), specificamente dedicate alla tutela dei lavoratori di Mps, qualora se ne manifestasse la necessità».
Ieri il consiglio di Monte Paschi avrebbe comunque accolto tutte le 1.600 domande di pre-pensionamento già presentate dai dipendenti, aumentando così di 600 i «posti» disponibili sul Fondo rispetto ai mille previsti dal piano industriale: i primi 500 avevano lasciato il gruppo a dicembre e altrettanti usciranno a marzo.


È il numero degli addetti che lascerà l'istituto senese con i prepensionamenti, in aumento rispetto ai mille dipendenti previsti


È la chiusura del titolo Mps ieri a Piazza Affari, pari a 0,21 centesimi per azione. In giornata Mps aveva guadagnato fino al 2%

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