Politica

Il grande bluff dei fondi Ue: così l'Italia spreca e non crea lavoro

Nel 2012 l'Italia ha versato alla Ue 16,5 miliardi e ne ha ricevuti 11 indietro. Ma gli oltre 500mila progetti di formazione non sono serviti a creare nuovo lavoro

Il grande bluff dei fondi Ue: così l'Italia spreca e non crea lavoro

Per calmare gli italiani Matteo Renzi va in giro per il Paese a sventolare il fantasma dei fondi europei. Ammette, il premier, che in passato sono stati un male. E promette, sempre il suddetto premier, che d'ora in poi saranno sapientemente impiegati per lo sviluppo e la crescita del Belpaese. In realtà, i fondi europei sono un bluff senza precedenti che non solo ci costa svariati miliardi di euro, ma che non porta ad alcun risultato. Come riporta Repubblica, infatti, negli ultimi cinque anni sono stati attivati ben 504mila progetti di formazione per una spesa stellare di 7,5 miliardi di euro. Una cifra che fa impallidire che si tratta solo di una fetta di una torta molto più grossa.

Quanto costano veramente i fondi Ue tanto osannati da Renzi? Ma soprattutto: sono veramente utili? Numeri alla mano si direbbe proprio di no. A fare i conti in tasca agli eurobrucrati e ai politici italiani che abboccano all'amo ci pensa il sito lavoce.info. Come spiegano puntualmente Roberto Perotti e Filippo Teoldi nello studio Il disastro dei fondi strutturali europei, i fondi non sono affatto gratis: ogni euro ricevuto ce ne costa due, "uno da versare all'Europa come membri dell'Unione e un altro come cofinanziamento". Nel 2012, per esempio, l'Italia ha versato alla Ue 16,5 miliardi come contributi e ne ha ricevuti indietro solo 11. Questi, per essere spesi però, sono stati appunto "doppiati" con denari italiani."Nessuno riesce a districarsi tra piani europei, nazionali e regionali - spiega Perotti nello studio - centinaia di documenti stilati per fissare obiettivi che nessuno rispetta. E i soldi diventano una mangiatoia pazzesca per sindacati, assessorati regionali e provinciali".

Il vero snodo dei fondi Ue sono i progetti di formazione che dragano 7,4 miliardi di euro sui 13,5 impiegati. Per lo studio della lavoce.info una vera e propria "industria che non conosce crisi", utile soltanto a tenere in vita "decine di centri di ricerca" che, tra il 2007 e il 2011, hanno prodotto 280 documenti di valutazione "inutili". Basta andarsi a legge i dati del network di esperti sulla spesa dell'Fse per l'inclusione sociale, per capire che ci troviamo davanti a un flop clamoroso. Tra il 2007 e il 2013, mentre l'Italia offriva corsi a 21mila persone, la Francia vantava 254mila iscritti e la Germania 208mila. E i risultati? Disastrosi. Tra quelli che hanno completato la formazione, solo il 14% degli italiani hanno trovato un lavoro, l'85% dei francesi, il 35% dei tedeschi. Quindi?

538em;">"Non diamo più soldi a Bruxelles - propone Perotti - così non rischiamo di vederli finire nelle mani dei maestri dello spreco, un sottobosco politico parassitario".

Commenti