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Hilfiger rilegge in chiave post moderna il mito della West Coast. E Custo esplode di colori

New YorkGood vibrations, il celeberrimo brano dei Beach Boys chiude il cerchio della sfilata di Tommy Hilfiger sia come colonna sonora sia come titolo alla stupenda collezione per la primavera/estate 2014. Lo stilista di Elmira ha riletto in modo postmoderno lo stile della West Coast, una specie di dolce vita californiana che prevede molto sport all'aria aperta, poche formalità, colori vibranti e un inguaribile ottimismo. «Un viaggio da Melrose a Malibù» dice poco prima di far sfilare le sue modelle sulla fedele riproduzione delle dune di Venice Beach sulle rive del fiume Hudson nel cuore di Manhattan. Il risultato è straordinariamente efficace soprattutto nel caso dei capi in pelle doppiata di neoprene (abiti-muta, giubbottini tipo Barracuda, costumi da Bond girl usati anche al posto delle bluse) per non parlare dei jeans in denim davanti e morbido tessuto «scuba» dietro o sui fianchi dove di solito serve contenere senza strizzare esaltando le curve. Belle le scarpe ispirate dai classici modelli sportivi tipo Tevo, Birkenstock o Converse ma con accostamenti cromatici molto più belli e con strategici inserimenti di zeppe, tacchi e proporzioni iper femminili. Dello stesso segno la collezione Lacoste disegnata da Felipe Oliveira Baptista con un interessante uso delle trasparenze nel più classico e rigoroso stile tennis. Stavolta però le gonnelline a pieghe candide, le polo trasformate in corti abitini da giorno e i bermuda portati con svolazzanti caban di nylon assumono uno spirito sofisticato e urbano per cui il mitico marchio del coccodrillo può finalmente entrare nei consigli d'amministrazione, in salotto e soprattutto nelle arene in cui si gioca la grande partita della seduzione. Yohji Yamamoto si fa invece sedurre dal fascino duro e puro dello sportswear americano disegnando per Adidas Y3 una stupefacente collezione dove la giacca da baseball incontra il kimono, la felpa oversize abbraccia il blazer e i giubbotti da motociclista finiscono sugli svolazzanti abiti di chiffon. Formidabile la colonna sonora eseguita dal vivo dalla TK Band su sette batterie e l'uso pionieristico del tessuto per maglie retro rifrangenti che fanno emettere luce dai capi. Sui materiali ha sempre cercato nuovi orizzonti di eleganza anche Custo Barcelona, il designer spagnolo che da 32 anni sfila sulle passerelle di New York con una precisa idea stilistica fatta di grafica e colore. Stavolta il mix è esplosivo con i ricami a telaio tribali fatti da fili tecnologici, frange di seta effetto pelliccia, raffia laminata, strisce di broccato, pizzo e lamè pieni di colore. Divertenti le pantofole nello stesso tessuto del vestito: un must per la prossima estate. DKNY, seconda linea disegnata da Donna Karan, festeggia i 25 anni con un oceanico show chiuso da una scatenata Rihanna. Belli i tailleur fatti con lo sprone del trench che diventa giacca e il grande caban zippato in neoprene. Ultra moderna la sfilata di Alexander Wang, il ragazzo originario di Taiwan che a Parigi disegna Balenciaga.

Decorati dal lettering del marchio intagliato al laser sui capi, i modelli fanno pensare agli anni Novanta finalmente in salsa nuova.

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