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I deliri di Casaleggio: "Grillo è come Gesù la sua voce un virus"

Il guru si sente un "apostolo onnipotente" e vede in Beppe i tratti del Messia. Ma ci sono anche i "Giuda" Favia e Salsi

I deliri di Casaleggio: "Grillo è come Gesù la sua voce un virus"

Milano «Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro». Parola di Gesù. E senza falsa modestia da ora anche quella di Gianroberto Casaleggio. L'anima del MoVimento Cinque Stelle si infila la tunica del discepolo, alza gli occhi al cielo e vede una luce. È il suo Messia: Beppe Grillo. Si è confessato così davanti a un giornalista del quotidiano britannico The Guardian (che lo ha ascoltato con gli occhi sgranati) vestendo non solo i panni del guru del web, ma eccezionalmente per l'Inghilterra, anche quelli dell'apostolo. Pietro, Giovanni o Matteo, non fa differenza. L'importante è essere accanto a lui. Al Grillo, non più comico, ma profeta. «Come vivere nel Matrix. È come per Gesù Cristo e gli apostoli - dice l'imprenditore informatico dalla lunga chioma riccia ed argentata, nell'intervista (cosa rara) al giornale - anche il suo messaggio diventò un virus, e quando la gente si rese conto che quello che diceva era vero, cominciò a dubitare delle altre informazioni che riceveva». E nel racconto ci infila pure quei Giuda Iscariota della Salsi e di Favia. «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?». Diceva Gesù.

Ormai completamente folgorato dai deliri di Casaleggio, il giornalista del Guardian lo descrive come un'«eminenza grigia» con «poteri magici» e lo associa a Julian Assange, «per la sua abilità di interpretare l'impatto che ha internet nella società, con un'aria di ingenuità quasi fanciullesca».
Dipinto come a lui piace, «un visionario», elenca ciò che rappresenta il movimento. «È un modo nuovo di democrazia per eliminare le barriere tra i cittadini e lo Stato». E, sempre eccezionalmente, al Guardian sottolinea quello che costò l'espulsione al consigliere Favia. «Sono io il capo assoluto», precisando il potere del web: «Senza internet Beppe non avrebbe ottenuto niente. È il web che ha alterato tutto il sistema politico, e le nostre parlamentarie online sono qualcosa di straordinario che mai nessuno ha fatto». Ma il Guardian stavolta non ci casca e definisce le parlamentarie un flop: i grillini registrati in Italia sono 255mila, ma hanno votato solo in 20mila. Casaleggio fa spallucce, tanto decide tutto lui, e le sue tavole della legge: «Il movimento ha uno statuto e delle regole. Chi vuole cambiarle deve creare un altro soggetto politico». Insomma «amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano», non è parabola che Gesù Cristo Grillo e l'onnipotente Casaleggio professano tanto volentieri.

D'altronde quel gran Messia di Beppe non può mica fare i miracoli. Ieri era tutto impegnato, anche lui, nel confezionamento di un bel delirio mediatico: un dialogo, pubblicato sul suo blog, fra un immaginario «mr. Spread» e «un italiano qualunque», per dare addosso a Monti. E, finito di scrivere, ha dovuto firmare un assegno da 50mila euro, come risarcimento danni per diffamazione a Berlusconi, dopo la condanna in appello. «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato». Questa è la parola di Gesù.

Non quella di Grillo.

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