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I dubbi di Berlusconi sul voto Ma il Pdl gli prepara il ritorno

Il Cavaliere riflette se candidarsi sia la strategia migliore. Il partito però si ricompatta sulla discesa in campo. Alle Regionali correrà Musumeci

I dubbi di Berlusconi sul voto Ma il Pdl gli prepara il ritorno

P robabilmente non sbaglia Fabrizio Cicchitto quando dice che, al momento, «tutto può ancora succedere». Non solo nel senso che la finestra di un eventuale voto anticipato a novembre ancora non si è definitivamente chiusa, ma anche in chiave alleanze che in buona parte dipenderanno da quella che sarà la nuova legge elettorale. Nonostante la pausa estiva, insomma, la situazione appare fluida e in movimento. Anche se gli scenari iniziano in qualche modo a delinearsi.

Tra quelli probabili continua ad esserci il ritorno in campo del Cavaliere. Berlusconi, in verità, avrebbe preferito tenere la cosa sottotraccia fino a settembre, un po' per garantirsi l'effetto sorpresa e un po' per poter cambiare idea fino all'ultimo minuto utile e decidere esclusivamente in funzione di quel che converrà al partito. L'ex premier, infatti, qualche riserva ce l'ha, anche perché resta convinto che un suo ritorno in prima linea non farebbe altro che riaccendere i riflettori delle procure su di lui. Così, nonostante il Cavaliere stia studiando seriamente la pratica, ancora non c'è nulla di ufficiale. Anche se quasi tutti i dirigenti del Pdl sono convinti che alla fine «Berlusconi tornerà in campo». Un'eventualità ancora più probabile, spiega Cicchitto, se la nuova legge elettorale dovesse alla fine essere quella di cui si sta parlando in questi giorni sui giornali (un proporzionale con premio di maggioranza al primo partito). Ed è così che la pensano quasi tutti: lo dice da mesi Daniela Santanché, lo ha ripetuto più volte nei giorni scorsi l'ex ministro Mariastella Gelmini e lo ribadiva ieri Ignazio La Russa: «Certo! Per me scende in campo. Poi per l'annuncio ufficiale chiedetelo a lui. Ma è una scelta che tende a consolidare e difendere quanto di buono hanno fatto i governi Berlusconi negli ultimi vent'anni».

Una linea che sembra condividere anche l'amico e consigliere di sempre, Fedele Confalonieri. In un cena di qualche giorno fa con Claudio Scajola, infatti, il presidente di Mediaset avrebbe detto di essere d'accordo sulla scelta di tornare in prima linea. A questo punto e soprattutto se si voterà con il proporzionale - sarebbe stato il ragionamento di Confalonieri - meglio che si presenti lui e raccolga quanti più voti possibile. Poi, a seconda che si vinca o che si perda, il Cavaliere potrà comunque sedersi al tavolo, soprattutto se il risultato uscito dalle urne non dovesse essere netto.

Prima delle politiche, però, ci sono da affrontare le delicate elezioni siciliane in calendario ad ottobre. Una tappa fondamentale in vista della campagna elettorale nazionale, soprattutto per il valore e il rilievo politico che da sempre ha avuto il voto per l'Assembla regionale siciliana. E ieri sul fronte del centrodestra ci sono state importanti novità visto che il Pdl pare abbia definitivamente accantonato l'idea di correre con un suo uomo per Palazzo D'Orleans. Anzi, Angelino Alfano ha dato il suo via libera alla candidatura dello storaciano Nello Musumeci, proposto dal leader di Grande Sud Gianfranco Micciché. Una decisione presa in tarda serata, dopo una giornata di triangolazioni telefoniche tra Alfano, Berlusconi e Musumeci. «Occorre costruire uno schieramento alternativo a queste sinistre prive di progetto di governo e di idee sullo sviluppo di questa terra straordinaria», spiega il segretario del Pdl. Insomma, «se questa è la sfida, seria e concreta, noi ci stiamo».

Parole nette, che sembrano davvero blindare la candidatura di Musumeci, gradita anche a La Russa, Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno che la definiscono una scelta improntata al «realismo» e alla «saggezza».

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