Politica

I ministri avvertono il Cav "Se decadi non lasciamo"

Berlusconi incontra colombe, falchi e lealisti e mantiene aperte tutte le opzioni: sul tavolo anche l'ipotesi del rimpasto. L'irritazione per l'accelerata sul Ruby ter

I ministri avvertono il Cav "Se decadi non lasciamo"

I l cortocircuito è servito. Con il Cavaliere intento a prendere tempo in attesa dell'evolversi degli eventi (in particolare quelli funesti), così che il quadro sia finalmente più chiaro. Un Silvio Berlusconi deciso quindi a tenere tutto insieme, attento alle ragioni delle cosiddette colombe durante le tre ore di faccia a faccia a Palazzo Grazioli con il vicepremier Angelino Alfano e i ministri Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo (assente Maurizio Lupi in missione a Tallin) ma pure d'accordo con i mille dubbi sollevati dai falchi alla Sandro Bondi e dal gruppo di lealisti guidato da Raffaele Fitto. Un Cavaliere – per sintetizzare – che dice «sì» a tutti e chi di tutti comprende ragioni e obiezioni. Un Berlusconi – è la lettura di un amico di vecchia data – che in verità sta ancora valutando il da farsi.

La pancia, infatti, continua a dire all'ex premier di far saltare il banco. Lo ripete chiaro e tondo incontrando un parlamentare in mattinata e pure più avanti nel tardo pomeriggio. «Stiamo facendo da stampella al Pd ma a me non arriva neanche un segnale», è il ragionamento del Cavaliere. Che quando gli mettono sotto il naso l'agenzia che annuncia «entro Natale» l'apertura dell'inchiesta Ruby ter per la presunta corruzione di testimoni non trattiene il fastidio: «Non solo questa cosa non sta in piedi, ma l'hanno pure anticipata di un mese e mezzo». E al suo interlocutore distribuisce una serie di slides realizzate da Antonio Palmieri il cui titolo è «Diritti Mediaset, un processo assurdo e risibile». «Con questo – dice il Cavaliere – ti sarà più facile spiegare in giro perché sono innocente».

Al di là delle parole e dei diversi approcci con cui Berlusconi s'interfaccia a colombe, falchi e lealisti, il punto è dunque che la questione giudiziaria resta comunque al centro dei suoi pensieri. Non è un caso che accolga i ministri con la seguente domanda di rito: «Dopo il voto sulla decadenza come pensate di governare con i miei carnefici?». La risposta, così raccontano due dei presenti, sarebbe stata netta: «Sulla decadenza non cadrà l'esecutivo. Rifare un altro 2 ottobre è da pazzi. E poi ti difendiamo meglio stando al governo, sia sul fronte domestico che su quello comunitario magari coinvolgendo direttamente l'Ue». Il Cavaliere pare si sia limitato a un «sì, può darsi». Ma senza troppo entusiasmo. D'altra parte la questione lo tormenta non poco se con i ministri ha parlato lungamente delle sue vicissitudini processuali.

Resta, insomma, l'incognita del voto sulla decadenza, con sullo sfondo il Centro che si sta riassestando, con Mario Monti che lascia Scelta Civica e Mario Mauro che invece guarda alle colombe del Pdl. Un'area che, se Berlusconi arriverà a chiedere ai ministri di dimettersi, andrà in soccorso del governo. I diretti interessati, comunque, ieri hanno già detto al Cavaliere che non lasceranno i loro ministeri neanche se passasse la decadenza al Senato. In verità, il voto di Palazzo Madama potrebbe scivolare anche a dicembre se non a gennaio. E a quel punto sarebbe già intervenuto il riconteggio dell'interdizione dai pubblici uffici e il voto sarebbe politicamente depotenziato. Comunque - hanno assicurato ieri i ministri all'ex premier garantendo che il Pd «non farà scherzi» – si tratterebbe di un voto a scrutinio segreto.

Un Berlusconi, dunque, concavo e convesso a seconda degli interlocutori. Che con i ministri avrebbe concordato sul «pieno sostegno al governo fino al 2015» salvo poi essere d'accordo con il lealista Fitto sul fatto che la legge di stabilità è «una porcheria». Un Cavaliere che in realtà aspetta gli eventi e continua a non escludere nessuna delle soluzioni possibili. Compreso un rimpasto se alla fine il tavolo non dovesse saltare.

Se dopo queste settimane di fibrillazioni si sancirà la grande pace, raccontava 48 ore fa in privato Berlusconi, «potrei anche decidere di cambiare la squadra di ministri visto che l'unico tra loro che ho indicato io è Alfano».

Commenti