Cronache

I sei misteri da chiarire sul "metodo Stamina"

Il punto più oscuro è l'autorizzazione al suo utilizzo come "cura compassionevole" all'ospedale di Brescia

I sei misteri da chiarire sul "metodo Stamina"

Metodo Stamina cura miracolo­sa, inutile sostanza placebo o addirittura«veleno»pericolo­so per la salute? Davide Vannoni bene­fattore oppure abile mistificatore e truffatore?Dalle carte dell’inchiesta in mano alla Procura di Torino e dalla re­laz­ione del Comitato Scientifico nomi­nato dal ministero della Salute per la valutazione del metodo Stamina emer­ge un quadro drammatico che, se con­fermato, rappresenterebbe una gravis­sima violazione delle più elementari norme di sicurezza. Sono molte le do­mande alle quali risponderà almeno in parte la conclusione dell’inchiesta in mano a Raffaele Guariniello che si avvia a chiedere il rinvio a giudizio di 12 persone tralequali c’è Davide Van­noni, per associazione a delinquere, truffa e somministrazione di farmaci pericolosi.Alle quali potrebbe aggiun­gersi anche l’omicidio colposo. Ma tut­ti i soggetti coinvolti in questa vicenda, a cominciare da Davide Vannoni ma anche le istituzioni e il ministero della Salute sono tenuti a fare chiarezza.


A Cos'è davvero il metodo Stamina?
Ogni giorno emergono nuovi agghiaccianti particolari come quelli descritti nella relazione del Comitato di esperti (poi bocciato dal Tar come «parziale»)composto da esponenti dell'Istituto Superiore di Sanità, del Centro Nazionale Trapianti e dell'Agenzia nazionale del Farmaco e altri che emergono anche dalle ispezioni condotte dai Nas. «Gravi anomalie relative al consenso informato», scrivono gli esperti. «Seri dubbi anche sulla vera identità delle cellule infuse», ovvero niente cellule staminali nel metodo Stamina come è scritto anche nella relazione inviata alla fine di agosto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Manca un'adeguata caratterizzazione e i pochi controlli di qualità effettuati sul prodotto non permettono di determinare le caratteristiche della popolazione cellulare». A questo si aggiunge il rischio di contaminazioni da virus e di sviluppare tumori.
B Perché il protocollo è segreto?
Davanti a queste accuse Vannoni difende la sua terapia, promette di portare i malati guariti a testimoniarne la bontà. Ma allora perché ha chiesto la segretezza sul suo protocollo? Il ministero della Salute ha più volte ribadito di non poter fornire tutti i particolari della valutazione fornita dal Comitato Scientifico perché vincolato alla segretezza da Vannoni. Perché Vannoni non pubblica il protocollo?
C Sostanza pericolosa, ma somministrata da un ospedale pubblico
Vannoni usa questo argomento a suo favore. Il preparato non è pericoloso, dice, altrimenti non sarebbe stato utilizzato in un ospedale pubblico. Come è possibile che un preparato contaminato forse da virus forse addirittura dalla Bse non soltanto continui ad essere somministrato in un ospedale pubblico ma sia stato pure autorizzato dallo stesso ministro della Sanità, Renato Balduzzi, con un decreto? Per Vannoni è la prova della sua efficacia.
D
Stamina «cura compassionevole»
Chi ha autorizzato l'utilizzo di Stamina come cura compassionevole presso gli Ospedali Civili di Brescia? Sappiamo che nel 2011 Stamina stipula un accordo con la struttura pubblica di Brescia per la somministrazione delle infusioni a una dozzina di pazienti come cura compassionevole. Ma per ottenere l'autorizzazione come «cura compassionevole» occorre il requisito dell'urgenza, della mancanza di terapie alternative ufficiali e l'approvazione del Comitato Etico dell'ospedale. Non solo. Mai e poi mai una sostanza «contaminata» potrebbe essere autorizzata come cura compassionevole. Dalle indagini emergerebbe che non c'è stata valutazione clinica sui pazienti. Insomma nessuno dei criteri sarebbe stato rispettato. Nei verbali si legge che «non risulta nulla di scritto» e non è chiaro se il personale medico «fosse a conoscenza di ciò che veniva infuso». Tra i primi pazienti figura un dirigente della Regione Lombardia, Luca Merlino, che avrebbe contribuito anche all'approvazione dell'accordo con Stamina. Che ruolo ha avuto?
E Il decreto Balduzzi
Perché l'allora ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha autorizzato per decreto una cura che i «suoi» esperti avevano giudicato pericolosa? Questo è un altro passaggio cruciale. Dopo una serie di ispezioni affidate ai Nas l'Aifa ordina di chiudere i laboratori di Stamina presso l'ospedale di Brescia in sostanza perché mancano i requisiti di sicurezza per la salute dei pazienti. Le famiglie dei malati ricorrono al Tribunale (quasi sempre a giudici del Lavoro privi ovviamente di qualsiasi competenza medica) ed ottengono per via giudiziaria il diritto ad avere le cure. Gli Ospedali finiscono nel caos: da un lato l'ordinanza dell'Aifa che blocca la cura dall'altra quelle dei giudici che la impongono. E il ministro Balduzzi che fa? Autorizza le infusioni per decreto in sostanza sbugiardando l'Aifa che è un organismo del ministero. Ne consegue l'indignazione della comunità scientifica mondiale che non capisce come si possa autorizzare la somministrazione di una sostanza «ignota» in un ospedale pubblico.
F La sentenza del Tar e le cure imposte dai giudici.
Il Comitato scientifico del ministero boccia il metodo Stamina ma il Tar boccia il Comitato di esperti, giudicati «parziali».

Ma possono i giudici sostituirsi agli scienziati in una valutazione medica? Domanda valida anche per quei giudici che hanno imposto la cura Stamina ignorando i pareri medici.

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