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Il Cav al lavoro con anziani o disabili ma potrà andare ai comizi e in tv

Per Berlusconi si allontana il rischio di dover scontare la pena ai domiciliari. Ecco cosa accadrà nei prossimi giorni

Il Cav al lavoro con anziani o disabili ma potrà andare ai comizi e in tv

Milano - E anche stavolta la campagna elettorale non dovrà fare a meno di Silvio Berlusconi. L'estromissione del Cavaliere per via giudiziaria da comizi, talk show, summit e riunioni di partito che sarebbe scattata inesorabilmente se fosse finito agli arresti domiciliari, si allontana bruscamente dallo scenario politico. Se anche il tribunale di Sorveglianza di Milano darà il via libera al suo affidamento ai servizi sociali, il Berlusconi che parteciperà alla campagna per le Europee sarà comunque un Berlusconi a scartamento ridotto, costretto a rispettare i vincoli che il tribunale gli porrà. Ma che saranno poca cosa rispetto al black out mediatico e politico che sarebbe calato su di lui se fosse finito ai domiciliari nella dorata prigione di Arcore. Oltretutto, gli obblighi potrebbero scattare solo tra qualche tempo, a campagna elettorale già iniziata da un pezzo ed entrata nel vivo. E anche in quel periodo le facoltà di movimento di Berlusconi, e di conseguenza la sua agibilità politica, resteranno ampie. Potrà andare in televisione tutte le volte che vorrà, incontrare altri leader, partecipare a manifestazioni di partito. Unici vincoli: non rientrare a Villa San Martino dopo le 23, non lasciare la Lombardia, non incontrare pregiudicati. Limitazioni, certo, ma in qualche modo gestibili nell'era di internet. Se Berlusconi fosse finito ai domiciliari, anche solo per incontrare nella sua abitazione qualcuno che non facesse parte del suo nucleo familiare gli sarebbe servito il nulla osta del giudice di Sorveglianza. Se gli avessero passato al telefono un giornalista, un deputato, un vecchio amico, lo avrebbero arrestato per violazione degli obblighi. Invece adesso può andare e venire, incontrare, fare quasi tutto quello che vuole. Sentirsi, pur senza esserlo davvero, un uomo libero.

Sarà, insomma, un Berlusconi dalla doppia vita, di mattina animatore di un centro per anziani, di pomeriggio leader politico? Molto dipende dalla scelta della struttura per vecchi o per disabili dove il Cavaliere svolgerà la sua attività di volontario «motivatore», come ha scritto nella memoria depositata ai giudici. Normalmente, la scelta del centro viene lasciata ai condannati, e l'elenco dei centri convenzionati con l'Uepe di Milano lascia a Berlusconi ampia discrezionalità. Comunità, parrocchie, centri diurni, l'importante sarà che si tratti di una struttura in grado di assorbire l'impatto di una presenza ingombrante come quella del Cavaliere e della sua scorta. A conti fatti, il divieto di lasciare la Lombardia può essere, quello che limiterà di più il ruolo di leader nazionale dell'ex premier. Ma va tenuto presente che deroghe saranno possibili. Se Berlusconi dovesse incontrare il capo dello Stato, come è recentemente avvenuto, sarebbe difficile per la magistratura rifiutargli l'ok alla gita fuori regione. Sulla necessità di dare spazio agli impegni elettorali, d'altronde, la magistratura milanese ha assunto pochi giorni fa una decisione significativa, sospendendo fino a dopo le elezioni il processo per le firme false di Forza Italia, in modo da consentire al presidente della Provincia, Guido Podestà, di partecipare alla campagna. È ben vero che Berlusconi, a differenza di Podestà, non è candidato: ma né la legge Severino né l'interdizione dai pubblici uffici gli hanno tolto la leadership di Forza Italia. E anche di questo si dovrà tenere conto nella gestione del suo day by day, prima e dopo il voto.

Non sarà una faccenda breve. Berlusconi deve scontare un anno di pena (tre dei quattro anni inflitti per frode fiscale sono coperti dall'indulto). Un mese e mezzo verrà tagliato dalle norme sulla liberazione anticipata. Restano dieci mesi e mezzo. All'inizio di marzo 2015 Berlusconi tornerà ad essere un uomo libero, (giusto in tempo per ricevere la nuova botta della sentenza definitiva per il caso Ruby: ma questo è un altro discorso). In questo periodo, più delle prescrizioni che il tribunale inserirà nell'ordinanza, a governare la sua quotidianità sarà il rapporto con due donne: il «suo» giudice di sorveglianza, Beatrice Crosti, e l'assistente sociale che verrà scelta per seguirlo da Severina Panarello, il capo dell'ufficio Uepe di Milano. Sarà alla loro porta che Berlusconi dovrà bussare quando vorrà in qualunque modo derogare o modificare gli impegni assunti.

A volte, a lungo andare, tra i condannati e i funzionari che li seguono si crea un rapporto di confidenza reciproca. Conoscendo Berlusconi, andrà a finire così anche stavolta?

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