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IMPRONTE DIGITALI ESCAMOTAGE ANTI PIANISTI E il Pdl fa melina sulle «minuzie»

Melina sulle impronte digitali. Per decisione del loro gruppo, i deputati del Pdl non hanno rilasciato all'ufficio della Camera per l'identificazione e l'accredito dei parlamentari, le «minuzie». Cioè la traccia delle impronte digitali, un accorgimento contro i «pianisti» introdotto con la presidenza della Camera di Gianfranco Fini. «È stata una decisione del gruppo, e noi siamo tutti bravi ragazzi diligenti!», ha detto Gianfranco Rotondi del Pdl uscendo dagli uffici di Montecitorio dove sono in corso, fino a martedì, le registrazioni degli onorevoli. Lo conferma anche un altro deputato del Pdl, Paolo Tancredi, senatore ora passato alla Camera: «La linea antiminuzie l'ha decisa il gruppo». Un altro neoeletto del Pdl, Roberto Marti, spiega: «Ne avevamo già parlato alla riunione alla Camera di Commercio di Milano: io sono sempre stato contrario a rilasciare le impronte e quella riunione mi ha ulteriormente confermato nel mio convincimento».

Aggiunge un altro ex senatore Pdl, Enzo Latronico, ora eletto alla Camera: «Dare le minuzie è facoltativo, non è un obbligo».

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