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Interdizione dai pubblici uffici, le reazioni del centrodestra

Il Pdl condanna la decisione della Corte d'Appello, ma non si ferma. "S'illude chi pensa che ci arrendiamo"

Interdizione dai pubblici uffici, le reazioni del centrodestra

La Corte di Appello di Milano ha confermato questa mattina che Silvio Berlusconi dovrà scontare due anni di interdizione dai pubblici uffici. Una decisione arrivata dopo un'ora scarsa di camera di consiglio, alla quale l'avvocato del Cavaliere, Niccolò Ghedini, ha reagito annunciando subito un ricorso alla Corte di Cassazione.

Il vicepresidente della Camera, Maurizio Gasparri, ha parlato di un "copione già scritto", ammonendo però gli avversari politici: "Non sarà il tentativo di eliminare per via giudiziaria Berlusconi a fermare la nostra azione per ristabilire giustizia, democrazia e libertà". Della stessa idea il portavoce vicario del Pdl, Anna Maria Bernini, che ha dichiarato: "S'illude chi pensa che il Pdl-Forza Italia si arrenda".

Nel pomeriggio ha ribadito la cosa anche Angelino Alfano, che ha detto di avere "sentito al telefono Berlusconi" e chiarito: "Siamo tutti con lui, impegnati, oggi più che mai nella ricostruzione di un centrodestra, moderno, competitivo".

Michaela Biancofiore, coordinatrice di Forza Italia per il Trentino, ha chiesto alla "parte buona" della magistratura, "che pur c'è" di rivoltarsi contro una decisione che "lede gravemente l'immagine del Paese", simbolo di un "accanimento contro l'Italia" che "ha scelto" Berlusconi.

538em;">"Oggi è un giorno cupo per la libertà e la democrazia", ha detto il deputato Pdl Raffaele Fitto, che ha ricordato la tesi della difesa di Berlusconi, che punta sulla presunta incostituzionalità della legge Severino e la rapidità di una sentenza in contrasto con la conclamata lentezza del sistema giudiziario italiano.

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