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Io rovinato da sindacati e pm costretto a emigrare all'estero

Costretto a lasciare l'Italia per andare a lavorare in Repubblica Ceca dopo essere stato perseguitato per 15 anni da magistrati e sindacati

Io rovinato da sindacati e pm costretto a emigrare all'estero

La più grande persecuzione giudiziaria mai messa in atto al mondo nei confronti di un singolo uomo, ahinoi, non è l'unica. Bè certo, impossibile superare i 34 processi, oltre 2000 udienze, le 488 perquisizioni, i 300 milioni pagati per i 133 avvocati in 20 anni di processi, di Silvio Berlusconi. Tuttavia, anche Giuseppe Fagone, imprenditore 56enne di origine siciliana, senza assomigliare per niente al Cavaliere, è custode di un'altra brutta storia tutta italiana di malagiustizia. Costretto a lasciare l'Italia per andare a lavorare in Repubblica Ceca dopo essere stato perseguitato per 15 anni da magistrati e sindacati.
Fagone era direttore generale di un'azienda a Bologna di pressofusione in alluminio conto terzi, chiamata Fonderpress, con 130 dipendenti. All'inizio del 1994 rifiutò di vendere alle coop rosse la sua azienda da 25mila metri quadrati, destinazione industriale, che sarebbe servita per farci un centro commerciale in diretta concorrenza a quello di Berlusconi, l'Euromercato di Casalecchio di Reno (venduto nel 1995 alla famiglia Benetton). Alla fine dello stesso anno venne denunciato da tre suoi "infedeli" collaboratori per estorsione, per aver detto ad alcuni dipendenti: "Se svuotate l'azienda vi taglio le mani". Ironia della sorte la stessa frase fu pronunciata pochi giorni dopo da Fausto Bertinotti (allora segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista) e pubblicata in prima pagina sul Corriere della Sera. Ma ovviamente su di lui i sindacati di sinistra non mossero alcun appunto.

Qualcuno andò a raccontare la frase di Fagone ai rappresentanti locali della Fiom-Cgil che, attraverso i suoi avvocati, lo querelarono per comportamento antisindacale nei confronti dei dipendenti e lo trascinarono alla sbarra due anni dopo. "Secondo loro erano minacce per ottenere qualcosa in cambio, ma in realtà questo processo è stato tutto una montatura da parte della Fiom-Cgil, che mi ha rovinato la vita - dice oggi Fagone che vuole fare luce sulla sua storia -. Sono stato accusato di un delitto inventato. Quei dipendenti erano stati costretti ad incastrarmi dai sindacati per boicottare le nostre produzioni. I sindacati di sinistra vedono in chiunque mette mani nei loro interessi un intralcio al loro lavoro".
In quegli anni Fagone venne persino minacciato di morte: "Trovai dei proiettili nella mia auto a Bologna". E successivamente scontò anche tre mesi agli arresti domiciliari, additato come un criminale, nella casa del padre a Piazza Armerina, in Sicilia. "Fu lui stesso a dirmi un giorno: vai via dall'Italia e rifatti una vita se vuoi sopravvivere. E così feci".

Costretto a emigrare in Repubblica Ceca nel 1996, si è oggi ricostruito un patrimonio a Praga ripartendo da zero, investendo nel settore immobiliare, ristrutturando e vendendo residenze esclusive di lusso. Solo all'inizio del 2011, dopo 15 anni di calvario, quindici anni di notule agli avvocati, e due gradi di giudizio (assolto in entrambi) è arrivata l'assoluzione "perché il fatto non sussiste" di quel processo messo in piedi ad hoc da Fiom-Cgil.
"Ritengo che in Italia ci sia un controllo che parte dai sindacati e va fino alla magistratura - dice Fagone -. E' la stessa cosa che sta succedendo a Berlusconi. Quello che gli stanno facendo è da vigliacchi. Questo accanimento dei pm contro di lui è senza precedenti. Molto probabilmente il sindacato estremo nelle sue aziende non ha mai attecchito perché lui ha sempre rispettato i lavoratori e pagati meglio della concorrenza, per questo ci ha dovuto pensare la magistratura a distruggerlo. Il comportamento della magistratura e di alcune parti politiche più estreme è un palese tentativo di purga bolscevica nei confronti di una persona che ha donato agli italiani un po' di libertà in più, semplicemente attraverso un telecomando. Uno Stato non può definirsi democratico se assiste impassibile a questo omicidio politico".

Solo grazie alla sua costanza e al suo impegno Fagone ha potuto rimettersi a lavorare, fuggendo dall'Italia, e fondando un'azienda che oggi ha raggiunto ottimi risultati. "Anche perché a differenza che da noi, in Repubblica Ceca non esistono i sindacati, la guardia di Finanza non è un plotone di esecuzione, la tassazione è al massimo del 27-28% e nessuno viene taglieggiato". Un paese normale, insomma.
"Alcune decine di migliaia di aziende sono andate a produrre nei paesi dell'Est: solo in Romania sono 32mila. Credetemi, non sono andati via per le tasse oppure per il costo eccesivo della manodopera. Sono andati via perché erano stufi di essere ricattati e minacciati dai sindacati e dalla magistratura".

E' ufficiale: il nostro non è un paese per gente perbene.

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