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Italia condannata per le carceri piene. Ma non può rimpatriare i detenuti stranieri

La deputata del Pdl Lara Comi solleva il caso di Busto Arsizio (dove ora è detenuto Fabrizio Corona): "C'è il problema del sovraffollamento, ma il 60 per cento delle persone recluse sono immigrati"

Italia condannata per le carceri piene. Ma non può rimpatriare i detenuti stranieri

Due recenti notizie hanno acceso i riflettori sul carcere di Busto Arsizio. La casa circondariale varesina è venuto alla ribalta per aver accolto il fotografo Fabrizio Corona, ma prima ancora è piombato sulle prime pagine per la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato l'Italia per il sovraffollamento delle sue carceri. La questione è grave e spesso sottovalutata. Come si sa - soprattutto grazie alla battaglia che su questo hanno condotto i Radicali Italiani e Marco Pannella in particolare - l'Italia è il Paese con le carceri più sovraffollate dell'Unione europea. Ci sono 140 detenuti ogni cento posti, mentre il tasso d'affollamento medio in Europa è del 99,6 per cento. In totale i detenuti negli istituti italiani sono 66.685, 1.894 in più rispetto al gennaio 2010, quando fu decretato lo stato d'emergenza per il sovraffollamento.

La capienza regolamentare dei 206 istituti penitenziari, invece, è di 46.795 posti. Per dati come questi, e per le violazioni dei diritti umani che prefigurano, le corti europee ci condannano da 25 anni. In particolare è proprio Busto uno casi presi in esame dall'Europa in quest'ultima pronuncia, perché a Busto erano (o sono) reclusi alcuni dei detenuti che hanno fatto ricorso alla giustizia europea. Eppure Busto è anche l'emblema delle difficoltà che il sistema penale e penitenziario italiano incontra anche per effetto dell'Europa. Questo almeno il giudizio del Pdl, che con la sua parlamentare europea Lara Comi, non a caso varesina, ha sollevato la questione degli immigrati: «C'è sicuramente - ammette Comi - un problema di sovraffollamento della popolazione carceraria nella casa circondariale di Busto Arsizio, lo si evince dai dati: 393 detenuti per 167 posti a disposizione, dunque una struttura che è al 240% della propria capienza. Ma i numeri dicono anche che il 60% di loro è straniero e il 40% è clandestino».

Insomma l'Italia è condannata per le sue carceri piene di immigrati ma non riesce a ottenere che questi stranieri scontino le pene nei loro paesi d'origine o che siano rimpatriati nel caso in cui siano immigrati irregolari. «Di fronte a una criticità che investe l'Italia anche a causa della posizione geografica che ne fa un crocevia, e il Varesotto in particolare per la presenza di Malpensa - ha aggiunto - occorre intervenire a livello europeo». Comi giorni fa ha annunciato un'interrogazione volta a sollecitare la Commissione europea a trovare una soluzione che agevoli lo sconto della pena nei Paesi di origine anche attraverso accordi bilaterali, in particolare per certi Stati del Maghreb da cui provengono molti dei detenuti a Busto.

«Parlando coi reclusi - spiega la deputata del Pdl - ho avuto modo di capire che questa soluzione è anche auspicata da loro stessi, visto che nei propri Paesi hanno ancora i familiari».

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