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Legge elettorale, scontro sul premio di maggioranza

Continuano le trattative. Restano ancora alcuni nodi da scioglie. Forza Italia contraria ad alzare la soglia per il premio di maggioranza al 38%. Possibile nuovo incontro tra Renzi e il Cav

Legge elettorale, scontro sul premio di maggioranza

La riforma della legge elettorale entra nel vivo. Coi partiti che scoprono le carte e si preparano a giocare una partita che potrebbe anche far cadere il governo. D'altra parte sia Matteo Renzi sia i vertici di Forza Italia hanno messo in chiaro che, se qualcosa dovesse andare storto nel cammino delle riforme, si tornerebbe immediatamente alle urne. Ma, nel giorno in cui sono scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti, restano ancora alcuni nodi i dem dagli azzurri. E tra questi il più difficile da superare è sicuramente l'innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%. Così, dopo che Renzi ha chiesto e ottenuto dai cuperliani un ritiro definito "tecnico" di tutti gli emendamenti, si riapriranno le trattative con Silvio Berlusconi.

"A chi vuol mettere i bastoni fra le ruote noi diciamo: andiamo avanti". Renzi non fa che ripeterlo. L'obiettivo è portare a casa la riforma della legge elettorale al più presto. Pur sapendo che si tratta di un "accordo complicato", è fermamente convinto che sia "possibile" riuscire a portare a casa il risultato che renderebbe più facile procedere nelle riforme su lavoro e sviluppo. In una intervista al Messaggero, Renzi ha detto chiaramente che con la riforma elettorale le Camere potranno avviare "una stagione costituente" che porterà la legislatura "perfino al 2018". Al contrario, se dovessero affossare l'Italicum, il segretario del Pd staccherebbe la spina al governo e si andrebbe a votare col proporzionale che ci ha lasciato la Consulta. "Sarebbe la conferma che il parlamento è inaffidabile", ha vvertito il sindaco di Firenze.

Eppure, proprio in via del Nazareno, il fronte è tutt'altro che "unitario". Aldilà dell'emendamento sul restyling dei collegi tutti gli altri presentati in mattinata, in tutto poco più di una trentina, erano veri e propri strappi alla linea del segretario riguardano: si passava dalla modifica delle soglie di sbarramento e si arrivava all'innalzamento del premio di maggioranza, passando per il nodo dei listini bloccati. Un emendamento a firma del lettiano Francesco Sanna prevedeva addirittura l’introduzione delle preferenze pur su liste bloccate "sbloccando" il più votato. Di movimento intorno all'Italicum ce n'è davvero tanto, anche fuori dal Pd: gli emendamenti complessivi al testo base della riforma depositati oggi in commissione Affari costituzionali della Camera Erano ben 318. Di questi una trentina targati Pd, poi ridotti a tre per dare a Renzi il mandato di trattare solo su premio di maggioranza, primarie facoltative e restyling dei collegi.

Forza Italia ha blindato il testo base ribadendo la "linea della fermezza". "Sì a lievi modifiche - spiega un parlamentare azzurro - ma l’impianto dell’Italicum non si tocca". Al termine di un faccia a faccia tra Renzi e Denis Verdini, gli azzurri hanno ribadito la propria contrarietà a innalzare al 38% la soglia per accedere al premio di maggioranza e ad abbassare al 4% la soglia di sbarramento per i partiti che fanno parte di una coalizione. Un altro secco "no" è arrivato alle preferenze. Ultimo paletto, sul quale si è però registrata una possibile apertura, è sulla procedura per il restyling dei collegi: Forza Italia vorrebbe mantenere l’attuale previsione, ovvero che il compito di disegnare i nuovi collegi spetti al Parlamento, mentre dal Pd si chiede che venga data una delega al governo. "Se dovessero prevalere i piccoli ricatti, interni ai partiti o tra i partiti - è l'avvertimento degli azzurri - verrebbe meno l'accordo". La partita, però, resta aperta.

Tanto che in ambienti parlamentari si parla di un nuovo incontri tra Berlusconi e Renzi già nei prossimi giorni.

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