Cronache

Ladro libero e vigilantes in cella. Il paese si ribella: «Non è giusto»

In manette i tre "rondisti" che hanno aggredito un marocchino. I concittadini: "Macché giustizieri, vogliamo solo difenderci"

Ladro libero e vigilantes in cella. Il paese si ribella: «Non è giusto»

Cicagna (Genova) - Su una cosa sono tutti d'accordo: Cicagna non può essere il Far West della Liguria. Nel piccolo e operoso paese dell'entroterra ligure di levante i carabinieri arrivano in forze e a sirene spiegate per mettere i ferri ai polsi dei «giustizieri» che hanno deciso di dare una lezione al ladro sorpreso a rubare in zona eppure lasciato libero dai magistrati. Cicagna non può essere il Far West. Su questo sono d'accordo anche i residenti, ma con una motivazione assai diversa. Perché se fosse il Far West, lo sceriffo prima di tutto sbatterebbe al fresco i cattivi. Tutti i cattivi.
Invece gli unici in gattabuia, al momento, sono due incensurati, mentre un terzo è agli arresti domiciliari. Il giudice ha detto di andarli a prendere come fossero pericolosi banditi. Perché quasi una settimana fa avevano fermato per strada un ladruncolo già sorpreso a rubare nel saloon, pardon nel bar del borgo, eppure ancora in giro a farsi beffe di chi lo aveva denunciato. I tre residenti lo avevano affrontato, aggredito, picchiato, ferito a colpi di roncola e bastone. Volevano dargli una lezione e hanno esagerato perché quell'uomo, un marocchino di 34 anni, è finito in ospedale e a giudizio dei medici, ha rischiato davvero di morire durante quel pestaggio. Insomma, per la legge i tre «giustizieri» dovranno rispondere di tentato omicidio: dalla parte dei cattivi ci sono finiti anche loro. I carabinieri avevano già sequestrato le loro armi, i loro fucili da caccia. Poi, dopo le valutazioni del magistrato, sono andati ad arrestarli.
Tutto ineccepibile, ma l'immagine dei tre concittadini con le manette ai polsi e la faccia nascosta dal giornale all'uscita dalla caserma fa infuriare tutta Cicagna. La descrizione del ladruncolo unicamente considerato come vittima e lasciato libero dal magistrato di circolare in paese, scatena reazioni sdegnate. Anche l'ex sindaco, sta con il paese e pazienza se questo significa mettersi contro la stella della legge. Marco Limoncini è un consigliere regionale dell'Udc, un fedelissimo del governatore Claudio Burlando al punto da aver tradito per lui una storica militanza nella Lega Nord. Eppure stavolta non ha dubbi e nella battaglia per la legalità sceglie di stare con gli abitanti di Cicagna. A caldo, dopo il pestaggio, aveva avuto parole di comprensione per i tre protagonisti della vendetta in strada. Adesso, dopo il loro arresto, sbotta: «Hanno fatto un errore, ma non sono camorristi. Sono venuti a prenderli come fossero chissà che delinquenti. Hanno esagerato, ma mentre un ladro è libero loro sono in carcere. È inaccettabile, non lo possiamo accettare. Il paese è ferito».
Parole dettate dall'istinto e dalla sincerità, che costano però a Limoncini l'accusa di essere pur sempre un leghista. Insomma, non degno di far parte del centrosinistra. Perché contestare il fatto che la giustizia debba anche garantire certezze e sicurezza ai cittadini non è abbastanza politicamente corretto. Perché rappresentare i sentimenti dei cittadini è un concetto che va comunque sacrificato sull'altare del buonismo e della tolleranza a prescindere.
Il consigliere Udc tira dritto. Sa che il paese che lo aveva scelto come sindaco e che lo ha votato in Regione ripete, praticamente all'unisono, i suoi stessi concetti. Anzi, va anche oltre. In molti infatti si stanno organizzando per andare davanti al portone del carcere di Chiavari a manifestare in favore dei concittadini arrestati. La raccolta firme che è già partita darà ancora più forza a questa protesta, nelle speranza che stavolta nessuno si permetta di stigmatizzare l'iniziativa.
Cicagna chiede che la giustizia si ricordi di spedire in forze i carabinieri lungo i tornanti della Valfontanabuona anche quando si tratta di andare ad arrestare i ladri. Cicagna non è il Far West della Liguria.

Anche perché altrimenti lo sceriffo, in questo momento, rischierebbe di vedersi chiedere indietro la stella dai cittadini schierati compatti dietro il loro vicesindaco.

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