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L'affetto dei giovani: "Non capiamo questo odio"

L'esercito di oltre 250 ragazzi di Azzurra libertà si stringe attorno a Silvio

L'affetto dei giovani: "Non capiamo questo odio"

E alle 21.30, Berlusconi fa il bagno di folla al partito coi giovanissimi moschettieri delle libertà. Sono i 250 «pulcini azzurri»: ventenni e trentenni venuti da tutt'Italia per stringersi al capo e ottenerne la benedizione. La serata è stata organizzata da Azzurra Libertà, associazione nata sulla falsa riga dei club Forza Silvio che si rivolge a giovani e giovanissimi. Assieme all'ex premier anche Daniela Santanchè, Marcello Fiori e Antonio Tajani. Proprio Santanchè ha scaldato la platea: «Spesso noi umani nasciamo incendiari e moriamo pompieri. Per questo abbiamo bisogno dell'energia e della passione di voi giovani». Applausi.

Leader indiscussi di Azzurra Libertà sono i fratelli Zappacosta, Andrea e Luca: berlusconismo alla stato puro. Studi al San Giuseppe De Merode e laurea in scienze politiche per Andrea, il maggiore. Primo anno di giurisprudenza per Luca, classe 1994, nato quando Berlusconi sedeva già a palazzo Chigi alla guida del suo primo governo.
In coro ammettono: «I nostri genitori sono di centrodestra ma la scintilla del berlusconismo ci è scoccata il 13 dicembre del 2009». Giorno della statuetta lanciata in faccia al Cavaliere in piazza Duomo a Milano. «Ci siamo chiesti: possibile tutto quest'odio? Da allora ci siamo messi a studiare cosa stava facendo Berlusconi per meritarsi tutto ciò e da simpatizzanti siamo diventati suoi ultras». I due Zappacosta, come gli altri giovanissimi, sono la testimonianza vivente degli effetti dell'antiberlusconismo militante: moltiplicare i berlusconiani. Di ferro. Luca racconta: «Ho pure discusso con un professore all'università. Sua domanda: “Secondo lei era giusto fotografare il premier a villa Certosa?”. Mia risposta: “No, perché anche il diritto di cronaca trova dei limiti nel diritto alla privacy”. Mi ha dato del provocatore. Come quell'altro prof con cui ho dibattuto sull'irretroattività della Severino. Risultato: mi ha detto di tacere perché sapeva che ero stato “da quel criminale”. La sinistra non cambia mai».

Eppure Renzi, che sembra non essere così antiberlusconiano, agli azzurrini proprio non piace: «Mi pare un tassatore travestito da progressista. Vende sogni. Certo, è un ottimo comunicatore, si presenta come nuovo - riconosce Andrea -. Ma temo sia un grande bluff». I sondaggi però lo danno con il vento in poppa anche grazie ai voti che arrivano dai moderati. I due ragazzi hanno la spiegazione: «Ma certo: si parla solo di lui e con molta indulgenza. Il problema è che la grande stampa è in mano alla sinistra. Prenda gli 80 euro: non sono ancora arrivati, non saranno per tutti e saranno erosi da altre tasse. Eppure passa per benefattore della Nazione. Quanto hanno parlato invece dei risultati ottenuti da Berlusconi con la legge Biagi?». La politica sogno nel cassetto di entrambi? Macché: «Vogliamo aver successo nel nostro futuro lavoro. Solo così si può far bene la politica. Come Berlusconi».

Of course.

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