Politica

L'asse Agenzia delle Entrate-Monti per spremere i risparmi degli italiani

Il redditometro esiste da trent'anni: Monti lo ha attuato con un decreto che lo ha trasformato in uno strumento che non accerta le spese reali. Il Cav all'attacco: "È inaccettabile"

La pagina del modello F24 alla voce Imu
La pagina del modello F24 alla voce Imu

"Ogni volta che l’Agenzia delle entrate cerca di fare passi avanti il partito degli evasori frappone ostacoli". Intervenendo a a un convegno della Cna a Firenze, il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera ha difeso il redditometro sostenendo che si tratta di "una operazione normalissima limitata all’evasione sfacciata". "Tutto questo è da stato di polizia tributaria", ha replicato a stretto giro Silvio Berlusconi criticando duramente le politiche repressive e persecutorie attuate da Mario Monti in tredici mesi di governo.

Già nei giorni scorsi il presidente della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi aveva derubricato il redditometro introdotto dal governo Monti a strumento poco redditizio che non solo crea un tormento fiscale ai cittadini onesti, ma non riesce neppure ad andare a stanare i capitali evasi. Le polemiche si stanno moltiplicando, giorno dopo giorno. Anche la Cna, oggi, ha duramente criticato il redditometro: "Non è uno strumento utile per migliorare e rafforzare la fedeltà fiscale, anzi, per come è costruito rischia di diventare l’opposto". In occasione del convegno Fisco, competitività, sviluppo, il responsabile delle politiche fiscali della confederazione artigiana Claudio Carpentieri ha lanciato l'allarme: "Il redditometro rischia di aumentare ulteriormente la distanza dei contribuenti dal sistema fiscale". La Cna lamenta, infatti, il ricorso a statistiche "non sufficientemente selettive" e l’onere, per il contribuente, di "difendersi con prove a volte impossibili da fare". "A queste condizioni - ha, quindi, concluso Carpentieri - non è uno strumento che può funzionare, può solo creare ulteriori distorsioni".

A fronte delle pesantissime critiche, Befera ha strenuamente difeso il redditometro: "Abbiamo fatto i blitz sul territorio e ci avete detto che era spettacolarizzazione e che avremmo dovuto fare invece i controlli con le banche dati. Lo abbiamo fatto e questa è l’apparenza. Bisogna fare chiarezza, dietro questa apparenza c’è il partito gli evasori". Secondo il direttore dell’agenzia delle Entrate, l’operazione redditometro è limitata all’evasione sfacciata. L'esatto contrario, insomma, da quanto dimostrato, numeri alla mano, dalla Cgia di Mestre. "Il redditometro è un’operazione normalissima - ha continuato Befera - questa volta siamo sul lato delle spese più che sul lato dei ricavi. Dove ci potrebbero gonfiati o ricavi omessi. Ricavi diecimila e spendi centomila". Nella prima fase ci sarà una sorta di contraddittorio. L'Agenzia delle entrate fa, infatti, sapere che on si devono conservare tutti gli scontrini o i pezzi di carta: "Non arriveranno 20 milioni di comunicazioni ai contribuenti perché su 40 milioni di contribuenti ci saranno 35-40mila controlli".

In realtà il redditometro esiste da trent'anni. I passati governi guidati da Silvio Berlusconi hanno sempre espresso forti perplessità sull'ultilità dello strumento. Tanto ce non lo hanno mai messo in funzione. Non appena è arrivato a Palazzo Chigi, ci ha pensato Monti ad attuarlo con un decreto che lo ha addirittura trasformato in uno strumento che non accerta le spese reali ma si basa su parametri simili a quelli dell’Istat. "È tutto presunto - ha commentato il Cavaliere - se vuoi impugnare l’accertamento devi andare al processo e alla fine ti costano più gli avvocati che la tassa".

"Tutto questo è da stato di polizia tributaria", ha concluso Berlusconi.

Commenti