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L'azienda edile fondata dal nonno Nestore che oggi fattura dieci milioni di euro l'anno

La SpeziaNello Spezzino il nome «Calevo» è sinonimo di edilizia, una costante che è entrata anche nel gergo comune quasi ad indicare più un concetto commerciale che una singola azienda. Del resto la «ditta Calevo», come si diceva un tempo, è da oltre un secolo impegnata nel settore delle costruzioni e del commercio di prodotti per l'edilizia. Oggi la sua sede commerciale è nel territorio industriale di Arcola, dove produce prefabbricati e materiali per l'edilizia, vicino alla sponda del fiume Magra. Ma in zona ha anche molte altre proprietà e magazzini. Un'azienda leader che copre un po' tutto il settore, dai semplici materiali edili, ai serramenti, all'abbigliamento antinfortunistica, per arrivare alla produzione di lavorati.
Ne ha fatta di strada la «ditta Calevo» da quando nel 1888 ha aperto come rivendita di legna e carbone. Un'azienda che è passata di padre in figlio per oltre un secolo, diventando una delle realtà più importanti della Liguria di Levante e della Lunigiana. Uno sviluppo iniziato nel 1964 quando nello stabilimento «Calevo Nestore & Figlio» si inizia a vendere la calce proveniente da una fornace di proprietà della famiglia. Poi nel 1974 si aprono nuovi settori e si avvia la commercializzazione di prodotti a tuttotondo per il settore edile.
Il giovane imprenditore sequestrato, Andrea Calevo, è il nipote di Nestore, fondatore dell'azienda, ed è alla guida di un gruppo di quattro aziende con un fatturato che si aggira sui 10 milioni di euro annui.
Andrea Calevo ha ereditato l'attività dal padre Giuseppe, scomparso nel 1997, che a sua volta la prese dal padre fondatore. La «Calevo» di oggi ha oltre 50 dipendenti diretti, più alcune ditte collegate, mentre Andrea Calevo fa parte del direttivo dei giovani imprenditori di Confindustria La Spezia.
Una famiglia ricca e benestante che, come ama sottolineare il sindaco di Arcola, Livio Giorgi, «è una di quelle dinastie che merita molto rispetto, una famiglia facoltosa ma di gente che lavora».

In zona tutti sono sconvolti dal rapimento: «Furti in villa ce ne sono quasi tutti i giorni e ci si augura di non farsi trovare in casa quando arrivano queste persone, che si ripropongono come in Arancia Meccanica», ha aggiunto Giorgi.

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