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Legge elettorale per le Europee rinviata alla Corte Costituzionale

Sollevati dubbi sulla soglia di sbarramento al 4%. L'avvocato che ha presentato il ricorso: "Prima parziale vittoria"

Il palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale
Il palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale

La legge elettorale per le europee è stata rinviata alla Corte Costituzionale. Nel mirino la soglia di sbarramento al 4%. La decisione è stata assunta dal tribunale di Venezia durante l’esame di un ricorso presentato dall’avvocato Felice Besostri che, insieme ai colleghi Aldo Bozzi e Claudio Tani, aveva già impugnato il Porcellum, poi bocciato dalla Consulta. Quella assunta dal Tribunale di Venezia è la prima decisione sui ricorsi presentati sulla legge elettorale che regola il meccanismo delle elezioni europee. "È una prima parziale vittora - ha commentato Besostri - ora gli italiani sono più liberi di votare per le liste di gradimento, senza paura di sprecare il voto".

I dubbi sollevati riguardano la soglia di sbarramento del 4% che, secondo i giudici del tribunale di Venezia, "contrasterebbe con il voto libero sancito dall’articolo 48 della Costituzione". "L’introduzione della soglia di sbarramento - scrivono i giudici - comportante l’attribuzione di seggi alle sole liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 4% dei voti validi espressi, non appare sostenuta da alcuna motivazione razionale che giustifichi la limitazione della rappresentanza". Come ricorda il tribunale di Venezia, l'Europarlamento non ha il compito di eleggere o dare fiducia ad alcun governo dell’Unione europea né ha un ruolo determinante nella produzione legislativa collaborando invece con il Consiglio nella discussione e nell’approvazione della normativa europea, ed esercitando il controllo sulle altre istituzioni dell’Unione europea e concorrendo alla approvazione del bilancio.

La stessa questione è stata affrontata dalla Corte costituzionale federale tedesca che, il 9 novembre 2011, ha accolto due ricorsi dichiarando l’illegittimità della clausola di sbarramento del 5% fissata dalla legge nazionale tedesca per le consultazioni del Parlamento europee. Lo scorso 26 febbraio anche la Corte Federale ha ribadito l’illegittimità costituzionale della soglia di sbarramento, reintrodotta dal legislatore nazionale nella misura del 3% ritenendo la limitazione della rappresentanza del tutto ingiustificata e in contrasto con i principi di uguaglianza del voto e di pari opportunità per i partiti politici. In sostanza, scrivono i giudici, "l’introduzione della soglia di sbarramento nelle consultazioni per l’elezione del parlamento europeo appare priva di giustificazione e irrazionale e comporta la svalutazione della volontà di parte anche consistente dell’elettorato che abbia espresso preferenza per liste che abbiano conseguito sul piano nazionale meno del 4% dei voti".

Si profilerebbe, quindi, un conflitto con i principi relativi all’eguaglianza e pari dignità del diritto di voto che trovano garanzia nell’articolo 48 della Costituzione.

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