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Legge di stabilità, sulla casa arriva la Trise. La tassa sulle rendite finanziarie sale al 22%

La nuova service tax si chiamerà Trise. Previste deduzioni Irap per i nuovi assunti, tagli alla sanità per 2,65 miliardi. La tassa sulle rendite finanziarie sale dal 20% al 22%

Legge di stabilità, sulla casa arriva la Trise. La tassa sulle rendite finanziarie sale al 22%

Si chiamerà Trise la nuova tassa con cui dovranno avere a che fare gli italiani. È la famosa "service tax" di cui si parla da mesi ed è composta da due voci: la "Tari", che va a comprire la gestione dei rifiuti urbani e che sostituisce l'attuale Tares, e la "Tasi", che servirà a coprire i costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni (rimpiazzando quindi nei fatti la vecchia Imu) e che si baserà su un’aliquota dell’1 per mille.

Lo stabilisce la bozza della Legge di stabilità che domani sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri e che, tra l'altro, alza la tassa sulle rendite finanziarie dal 20% al 22%. Confermati poi i tagli alla sanità per un miliardo nel 2014 ed ulteriori riduzioni dei finanziamenti al comparto anche nel 2015 e 2016 per un totale in tre anni di 2,65 miliardi. La bozza del ddl prevede la "rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera (dal 11,35 all’11,3% e dal 3,5 al 3,3%)", con un "effetto finanziario complessivo 220 milioni di euro annui a decorrere dal 2014". Allo stesso tempo viene stabilita anche la "riduzione dei tetti per le prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica acquistate dagli erogatori privati accreditati", con un "effetto finanziario 280 milioni di euro annui a decorrere dal 2014" e viene prevista "una riduzione del livello del finanziamento di 500 milioni di euro per l’anno 2014 di 1.040 milioni di euro per l’anno 2015 e 1.110 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016".

Per quanto riguarda il lavoro, ci saranno deduzioni Irap per un massimo di 15mila euro ogni nuovo assunto, mentre la detrazione base riconosciuta ai lavoratori dipendenti potrebbe salire da un valore di 1.338 a 1.450 euro. Il meccanismo, che prevede una riduzione dello "sconto" in proporzione al reddito, si annulla attorno ai 55.000 euro.
Rimane immutato lo sconto per chi non supera gli 8.000 euro. Nella pubblica amministrazione arriva il blocco dei contratti fino al 2014, mentre per tutte le amministrazioni statali ("compresa la Presidenza del Consiglio dei ministri"), gli straordinari saranno ridotti del 10% a partire dall'anno prossimo.

Novità anche per Regioni e enti locali: la bozza prevede lo stop definitivo - finora era temporaneo - all'uso di derivati per il finanziamento e una deroga di 2 miliardi al patto di stabilità "al fine di consentire nel 2014 e 2015 i pagamenti in conto capitale". Dalla norma si calcolano oneri "sull’indebitamento e sul fabbisogno di 1.000 milioni di euro per l’anno 2014 e di 1.000 milioni per l’anno 2015".

Il Quirinale esprime apprezzamento per le importanti novità contenute nell’approccio ai problemi della politica finanziaria ed economica. Il giudizio che trapela dal Colle - questa mattina il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha visto Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni - è il segnale della consapevolezza del governo di aver approntato una legge di stabilità che il premier con i suoi definisce "equa ed equilibrata". Il presidente del Consiglio ancora è al lavoro sul testo, alcuni ministri (c’è chi dice lo stesso premier), tra cui Dario Franceschini, si sono recati in serata al dicastero dell’Economia per definire gli ultimi nodi.

Restano le tensioni per i tagli, molti esponenti dell’esecutivo - a cominciare da Beatrice Lorenzin - hanno frenato apertamente sulle sforbiciate preparate da via xx settembre. Il Capo dell’esecutivo in ogni caso nei suoi contatti ha messo a tacere le polemiche, il provvedimento che uscirà domani sera dal Consiglio dei ministri non sarà "blindato", ma aperto ai suggerimenti del parlamento. Al governo quindi si lavora a tappe forzate per trovare le coperture, tagli mirati (cultura e istruzione non verranno toccate) - è la promessa - e lotta agli sprechi. Ma il messaggio che verrà lanciato dall’esecutivo è quello di perseguire un unico obiettivo: l’equità sociale. Ecco perché si chiederà un "aiuto" ai ceti agiati (confermato l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e un contributo sulle pensioni d’oro).

La Sanità subirà dei tagli, ma non nelle cifre che sono circolate oggi, mentre il cuore della legge di stabilità sarà l’allentamento del patto di stabilità per i comuni e il taglio del cuneo fiscale, con un intervento sui lavoratori e sulle imprese.

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