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Da Letta a Giovannini, il governo è militesente

Su 15 ministri solo 4 hanno fatto la naja. Franceschini artigliere-centralinista nella sua città

Da Letta a Giovannini, il governo è militesente

Diciamo che anche dal punto di vista mimetico è un governo molto rappresentativo, superba espressione della società italiana: su quindici ministri maschi, soltanto due hanno assolto normalmente i famosi obblighi di leva, quando gli obblighi erano obblighi. Due su quindici: mai percentuale fu più precisa nell'esprimere i costumi nazionali.

Subito sull'attenti per gli onori ai due valorosi: Flavio Zanonato, ministro allo sviluppo economico, e Mario Mauro, per felice coincidenza oggi ministro della Difesa (su, non guasta: troppi ne abbiamo visti che non sanno di che parlano). Contattati da Oggi, che si è preso la briga di ricostruire le gesta militari del nostro governo, i due soldati hanno esibito con orgoglio il proprio tributo alla patria. Zanonato: «Ero alpino, Car a Belluno e poi a Tarvisio». Mauro: «Caporal maggiore di fanteria nel reggimento Col di Lana».

Come avviene in tutti i settori dell'Italia civica, accanto ai casi normali che si ritrovano eccezionalissimi, c'è poi tutta la declinazione delle eccezioni che diventano normalità. È così con i permessi nelle Ztl, è così con le esenzioni dai ticket, è così con le tessere omaggio negli stadi. E soprattutto era così con la naja, quando c'era.

Prima di fare il contrappello al governo militesente, e anche un po' renitente, va però dato atto a Moavero d'avere comunque offerto un encomiabile servizio: due anni nella Guardia di Finanza. «Dal '77 al '79, con il grado di tenente, ricevendo un encomio solenne».

Poi, gli altri. Ci addentriamo nel mondo ben noto dei nobili impedimenti, dei fisici cagionevoli, degli impegni familiari, insomma nel famoso campionario nostro delle rispettabili giustifiche, tutte al di sopra di ogni sospetto, che però portano sempre allo stesso risultato: soltanto due o tre su quindici alla fine vanno via lisci, avvertendo la fastidiosa sensazione di non essere gente abituata a fare semplicemente il proprio dovere, ma gente sostanzialmente un po' babbea.

Il capo? Enrico Letta allega certificato medico: «Riformato per una miopia fortissima, sette gradi e mezzo, che poi ho cercato di correggere con un'operazione, senza riuscirci». Scartati per insufficiente costituzione fisica anche Trigilia e Bray. Delrio invece era già padre di due dei nove figli, onestamente la sua trincea se l'era già scavata in casa.

Il battaglione degli obiettori di coscienza conta invece su tre uomini: Lupi, Orlando e Quagliariello. Quest'ultimo, in età di leva, era vicesegretario del Partito radicale, vale a dire degli antimilitaristi che nel '72 ottennero la legalizzazione dell'obiezione. Dobbiamo essere ragionevoli: adesso non gli si possono chiedere credenziali da caserma.

Niente naja anche per Saccomanni, Giovannini e D'Alia, per motivi ancora tutti da ricostruire. E niente naja pure per Alfano, che subito dopo la laurea era già consigliere regionale in Sicilia e dunque militesente (come noto, in Italia la politica passa sopra qualunque cosa, se invece capita d'essere veterinario, piastrellista o infermiere non si vede il motivo).

Infine c'è il caso Franceschini. Caso molto noto, dal giorno in cui Gianni Pennacchi gli diede dell'imboscato. Caso emblematico, forse il più emblematico di tutti. Il più intimamente italiano. A Franceschini nessuno potrà mai dire di non avere assolto i suoi obblighi di leva. Assolti così. Già consigliere comunale Dc da due anni, a Ferrara, la legge gli permetteva di fare il militare vicino a casa. Arruolato nell'artiglieria contraerea, finì così per servire la Patria da centralinista, nel distretto militare della sua zona. Come raccontò Pennacchi, dormiva in caserma un giorno su sette.

Non un'eccezione, comunque. I ragazzi d'oggi, accusati d'essere smidollati anche perché non fanno più la naja, devono saperlo: all'epoca, trovare la scorciatoia per evitarla era la regola.

Raccomandazioni, finti certificati, buste sottobanco. Alla fine, ad essere additato era chi tranquillamente aspettava la cartolina e partiva.

Funziona così, nella terra degli imboscati: il normale è eroe.

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