Politica

Letta minaccia: «Se cado, resta l'Imu»

Letta minaccia: «Se cado, resta l'Imu»

RomaSenza il governo l'Imu campa, con il governo l'Imu «crepa». A dirlo è il premier Enrico Letta che promette di mantenere gli impegni presi in Parlamento sulla tassazione della prima casa. Anche perché il Pdl sull'abolizione dell'Imu non arretra e per quanto stretta quella della cancellazione appare l'unica via percorribile. Bisognerà capire se l'intenzione del governo è quella di cancellare soltanto la parola Imu mantenendo la tassa con un altro nome. Ad esempio «service tax». «Per riformare l'Imu serve un governo e un Parlamento che agisca prenda decisioni e conduca in porto le riforme - avverte il presidente del Consiglio - Se non ci fossero governo e Parlamento l'Italia pagherà le rate di settembre e dicembre». E Letta invita tutti a «rileggersi gli impegni presi nel discorso in Parlamento», alludendo al discorso per il voto di fiducia quando parlò appunto della necessità di «superare l'attuale sistema di tassazione della prima casa» attraverso una riforma complessiva. Insomma anche Letta sembra essersi convinto del fatto che sia possibile trovare quei quattro miliardi di euro altrove. Ora il problema è convincere gli hooligans che fanno il tifo per l'Imu: il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina; il segretario del Pd, Guglielmo Epifani con il suo ampio seguito nel partito; la leader Cgil, Susanna Camusso; e l'ineffabile Mario Monti. Non solo, il governo resta sorvegliato speciale da parte di Bruxelles che ha già fatto sapere che qualsiasi intervento deve avere «certezza di coperture».
Dunque Letta cerca una soluzione che faccia gridare allo scandalo né il Pdl né il Pd ma a questo punto sarà quest'ultimo a doversi assumere l'eventuale responsabilità di fare cadere il governo con un no al superamento dell'Imu.
La soluzione profilata dal ministero dell'Economia e che dovrebbe essere varata a fine agosto è quella di lasciar gestire ai Comuni con maggiore autonomia una service tax, una imposta unica nella quale dovrebbero entrare sia la tassa sulla prima casa, la nuova imposta sui rifiuti e tutti i servizi indivisibili (illuminazione, gestione strade). L'ipotesi prevede di destinare 2 miliardi di risorse aggiuntive al fondo di solidarietà comunale che dovrebbero servire a diminuire la pressione sui vincoli fiscali dei Comuni che a quel punto potrebbero all'interno della service tax graduare gli interventi, riducendo o addirittura abolendo la tassa sulla prima casa. Sono molti però i sindaci che hanno già avanzato perplessità su questo meccanismo definito la sostituzione di una tassa con un'altra. Ma il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, assicura che l'impatto di questa nuova tassa comunale sarà inferiore alla somma delle imposte municipali precedenti.
Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl, si fida delle parole di Letta che «conferma gli impegni presi». E altrettanto fiducioso è il vicepremier Angelino Alfano. «Letta è stato chiaro: se il governo va avanti l'Imu non si pagherà- dice Alfano - Il Pdl è il fortino antitasse in questa maggioranza». Più fredde le dichiarazioni di altri esponenti del Pdl, tutti comunque contro l'Imu da Mara Carfagna a Mariastella Gelmini da Maurizio Gasparri a Daniele Capezzone. «Non possiamo ingannare le famiglie non abolendo l'imposta sulla prima casa», dice il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani.

Ma per il Pd la priorità non è l'abolizione dell'Imu e Cesare Damiano chiede a Letta di «non sostenere la campagna elettorale del centrodestra».

Commenti