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Letta al Senato: "L'Europa non basta. Vogliamo molto di più"

Il premier spinge perché il prossimo Consiglio europeo non sia solo "di routine", ma porti risultati reali per i Paesi comunitari

Il presidente del Consiglio Enrico Letta a Palazzo Chigi
Il presidente del Consiglio Enrico Letta a Palazzo Chigi

L'Italia e l'Europa sono "indissolubilmente legate". In Senato il premier Enrico Letta mette l'accento sul destino comune che ci lega all'Unione Europea, che definisce "bussola del cammino di questo governo".

Un legame che non va però confuso con una situazione che si traduce solo "in una gabbia di vincoli, regole e procedure che finiscono per limitare l’azione di tutti". "L'Europa di oggi - aggiunge Letta - non ci basta. Vogliamo molto di più e molto di meglio".

Il presidente del Consiglio sottolinea poi l'importanza di mettere da parte uno "scontro politico fatto sovente di contrasti pregiudiziali", invitando il Parlamento a prendersi "il compito difficilissimo di restituire dignità, verità e calore al racconto dell’Europa dei popoli".

Al Parlamento e al suo esecutivo, Letta ricorda "un obbligo fissato dalla legge", quello di portare avanti un confronto tra i due poteri statali, "prezioso in passato per la definizio della posizione dell'Italia in Europa". Il Paese non può "permettersi di vanificare i sacrifici fatti fino ad ora, di suscitare dubbi nei mercati e far tornare l'Italia sotto esame".

"Un segnale importantissimo", spiega Letta, sarebbe l'abrogazione della procedura di deficit eccessivo il prossimo 29 maggio. "Il Consiglio europeo di giugno non non può diventare un consiglio di ruotine", ma deve adottare "misure concrete". In primo piano le politiche per l'occupazione giovanile

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