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L'Europa sgonfia Renzi: più tasse

Ci risiamo col solito vizio Ue di comandare a casa nostra: la Merkel interviene subito a dettare le regole. Ora vediamo di che pasta è fatto Matteo

L'Europa sgonfia Renzi: più tasse

Ci risiamo. Cambiano i premier, i governi e l'umore dei cittadini, ma lassù, nel quartier generale dell'Europa, non fanno una grinza. Ieri è arrivata l'ennesima bocciatura dei conti italiani. Certo, con il «simpatico» Renzi i toni sono più concilianti, ma la sostanza è che dall'Italia pretendono più rigore, più tagli e più tasse. E molto velocemente.

Due le osservazioni. La prima: Renzi fuori dai confini nazionali non incanta nessuno con la sua parlantina e i suoi modi giovanilisti. I tecnocrati vogliono fatti, non promesse infiocchettate nelle conferenze stampa con slide e grafici mirabolanti. E fin qui ci siamo. È evidente anche a noi che, purtroppo, non uno degli impegni presi dal premier (a partire dalla restituzione dei 90 miliardi di debiti con le imprese) ha una copertura finanziaria, come da vincoli europei. Era evidente che i tagli alla spesa pubblica (meno trasferimenti ai Comuni) avrebbero provocato solo un innalzamento delle tasse locali (vedi Imu). Era ovvio che innalzare le tasse sulla rendita finanziaria avrebbe colpito i risparmiatori senza portare benefici reali.

E qui veniamo alla seconda osservazione. Detto appunto che il programma di Renzi è fumo elettorale, ora bisogna vedere se, a differenza dei suoi due predecessori, Letta e Monti, l'uomo avrà il coraggio di non calare le brache di fronte ai diktat europei. Se anche lui accetterà di applicare la ricetta di più rigore per tutti (varando una manovra con nuovi tagli e nuove tasse) passerà alla storia come la meteora che ha dato la mazzata finale a imprese e famiglie. Per mantenere consenso e potere ha una sola strada: dire un no irrevocabile a qualsiasi misura che comporti nuovi sacrifici, anche se minimi, perché la misura è colma. Se teniamo duro che fa l'Europa, ci caccia? Non scherziamo. Senza l'Italia questi non vanno da nessuna parte. So che la faccio facile, ma prima o poi qualcuno dovrà pur rinsavire e ridare al governo italiano la sovranità perduta. Scommetto che su questa strada Berlusconi e Forza Italia sarebbero disposti a dare una mano vera e leale. Se fossi in Renzi ci farei un pensierino. Da soli si può giusto alzare la voce coi giornalisti Rai, trattasi di passeggiata.

Ma se si va alla guerra, meglio avere alleati solidi, vista anche la debolezza parlamentare del proprio esercito, che non ha tratto alcun beneficio dal glorioso «40 per cento».

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