Politica

L'ex leader dimenticato torna in scena a teatro

Dallo scranno della presidenza della Camera al palcoscenico, dove recita tra attori muti e nudi

L'ex leader dimenticato torna in scena a teatro

Il Palazzo non lo vuole più, ora lo chiama il Teatro. E Fausto Bertinotti, in crisi di astinenza dal primo piano della politica, prova a fare l’attore. Da Lìder màximo di Rifondazione comunista a Parolaio rosso, il passo è stato breve. In mezzo, una lunga carriera nei salotti della sinistra al caviale, dove le battaglie operaie si conciliano con cachemire e champagne.

Debutta domani sera l’ex presidente della Camera, sul palcoscenico nella sala esagonale dell’Antico mercato del pesce degli Ebrei di Roma. Niente di classico, non pensate a Shakespeare o Pirandello. Transiti di Venere è il visionario spettacolo realizzato da Raffaele Curi per la Fondazione Alda Fendi, dove tutto è sperimentazione, contaminazione, sesso e astronomia. Basti pensare che lo sfondo è il famoso e scandaloso quadro di Gustave Courbet Origine del mondo, con una donna a gambe aperte e che la scena è affollate di palle da ping pong, tennis, basket e calcio, che diventano pianeti. Sì, perché lo spunto è un fenomeno rarissimo, che si ripete a distanza di centinaia di anni: quando il pianeta Venere si mette fra la Terra e il Sole.

Stavolta, fino al 22 di aprile, il fenomeno vero sarà Bertinotti in scena. Tra tanti attori muti e nel finale anche nudi, lui sarà l’unico a recitare. In pullover azzurrino declamerà i celebri versi di The Waste Land di Thomas Eliot: «Aprile è il più crudele dei mesi, genera lillà da terra morta, confondendo memoria e desiderio, risvegliando le radici sopite con la pioggia della primavera».

La «terra desolata» che dovevano attraversare i cavalieri per arrivare al Santo Graal, per Curi è simbolo della sterilità del mondo occidentale. Amico di Bertinotti da lungo tempo con Alda Fendi, il regista spiega che l’ha scelto «perché è bello». «Non c’entra niente la politica - dice-. È un grande intellettuale che stimo, ma l’ ho voluto per il suo viso. Mi ricorda Sterling Hayden, il protagonista di Giungla d’asfalto. Secondo me potrebbe benissimo fare anche l’attore per il cinema». Forse il Lord comunista pensa davvero ad una seconda vita, una carriera nello spettacolo che lo consoli delle delusioni della politica, culminate nella clamorosa bocciatura delle urne del 2008. Aveva un senso, forse, che l’uscita della Sinistra Arcobaleno dal parlamento si celebrasse in un luogo inusuale come l’Hard Rock Cafè, tra il completo di scena di Jimi Hendrix e il manifesto di Jim Morrison. Poi c’è la coincidenza delle date: il 15 aprile Bertinotti finiva come leader politico. Esattamente 4 anni dopo dalle sue ceneri potrebbe rinascere come attore. O la sua smania di protagonismo sarà appagata da un’unica, magica performance?

La Fondazione creata da una delle sorelle Fendi, dopo la vendita del famoso brand del lusso, gli ha offerto la possibilità di testare il suo feeling con il palcoscenico. E la pièce è uno degli «Esperimenti» ad entrata gratuita, con i quali Alda Fendi realizza la sua filosofia: «Far arrivare la cultura a tutti». Al politico old generation Curi ha accostato la giovane attrice Laura Gigante (Chiara nel film Albakiara di Stefano Salvati), la star dei fotoromanzi Valerio Pentasuglia, il campione di basket Abdul Jeelani. Stasera ci sarà la prova generale aperta al pubblico, domani la prima seguita da un elegante «cocktail panaché» affollato di vip. Raccontano che Fausto, all’inizio un po’ incerto, nelle prove abbia con puntiglio lavorato per acquistare sicurezza e proprietà di ruolo. Lo ha molto aiutato, ha spiegato lui stesso, la lunga scuola di comizi di piazza maturata nella carriera sindacale e politica. Anche la frenetica frequentazione dei salotti romani, con la mondanissima signora Lella accanto, certo ha contribuito.

Un po’ si deve pur recitare quando si passa dalla Camera e dai cortei con le bandiere rosse alle lussuose case delle varie Marisella Federici, Sandra Verusio, Guya Sospisio e Maria Angiolillo.

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