Cronache

L'ex sindaco di Firenze Domenici condannato a 10 mesi di carcere

Il processo per la morte di Veronica Locatelli, la ragazza fiorentina che precipitò dai bastioni la sera del 15 luglio 2008 mentre stava festeggiando il compleanno

Tanto tuonò che infine piovve. Dopo quasi sei anni la condanna è arrivata. Solo dieci mesi di reclusione (pensa sospesa) per l'ex sindaco di Firenze, oggi europarlamentare Pd, Leonardo Domenici per la morte della ragazza fiorentina Veronica Locatelli, che la sera fra il 15 e il 16 luglio 2008, precipitò da uno dei bastioni del Forte Belvedere, facendo un volo di oltre dieci metri. Il 20% della colpa. L'ex sindaco, accusato di omicidio colposo, è stato anche condannato a pagare una provvisionale di 45mila euro.
Il tribunale ha riconosciuto un concorso colposo, stabilendo che l'80% della responsabilità è da attribuire al comportamento della vittima.
Quella sera Veronica stava festeggiando il suo trentasettesimo compleanno con gli amici. Secondo quanto ricostruito dalla procura, si trovava su un terrapieno, quando fece un breve passo per scavalcare un camminamento e passare su un muretto di fronte per raggiungere il fidanzato che si trovava sull'altro lato.
Per un'illusione ottica dovuta all'oscurità e alla folta vegetazione cresciuta sulla parete esterna, Veronica scambiò quel muretto per il bordo di un altro terrapieno. Invece dava sul vuoto. Secondo l'accusa, l'incidente fu dovuto alla mancanza di misure di sicurezza che tenessero gli spettatori distanti dai parapetti dell'antica struttura militare, che domina la città.
Un processo non solo lungo ma anche complicato. Assolti gli altri cinque imputati. Con Domenici erano accusati di omicidio colposo il dirigente della direzione cultura del Comune, Giuseppe Gherpelli, il perito Ulderigo Frusi, il perito industriale incaricato della redazione del piano sicurezza e l'imprenditrice Susanna Bianchi, presidente della cooperativa Archeologia che quell'anno aveva in gestione le manifestazioni estive al Forte. Imputati anche Daniele Gardenti e Monica Zanchi, addetti alla vigilanza.
Il processo si è svolto nell'aula bunker di Santa Verdiana e la camera di consiglio, presieduta dal giudice Francesco Maradei, è durata quasi otto ore. Il pm aveva chiesto per Domenici 4 anni, poi ridotti a 10 mesi.
"Sono molto amareggiata", ha detto la mamma di Veronica, poi ha lasciato l'aula. "La sentenza ci lascia molto perplessi - dice l'avvocato di parte civile Magherini - perché è stata individuata una responsabilità di Veronica che non è mai venuta fuori durante il processo". Alcuni parenti della ragazza in aula hanno mostrato degli striscioni in cui era scritto: "La giustizia è uguale per tutti".
Secondo l'accusa non furono predisposte le adeguate misure di sicurezza che tenessero lontani i visitatori dai parapetti della fortezza medicea. Il pm aveva proposto l'assoluzione per Daniele Gardenti e Monica Zanchi, addetti alla vigilanza per la coop archeologia. La svolta nell'inchiesta è arrivata nell'autunno 2009. Dopo oltre un anno di indagini dalla morte della ricercatrice universitaria precipitata nel vuoto.
Secondo l'accusa, quella sera ci furono troppe falle nel sistema di sicurezza della struttura. L'illuminazione era scarsa, ma soprattutto c'era troppa gente al Forte per due eventi in concomitanza: la mostra del fotografo americano Lachapelle e un concerto jazz.
Nel piano di sicurezza della cooperativa era stata chiesta l'agibilità per 150 persone, ma i vigilantes si trovarono a gestire un numero più alto di visitatori.
Già dopo la morte di Luca Raso, studente romano di 22 anni precipitato da quelle stesse mura in circostanze analoghe a quelle di Veronica, la sera del 2 settembre 2006, era stato lanciato l'allarme sulla pericolosità della struttura. Giorgio Bonsanti, allora presidente di Firenze mostre che gestiva anche il Forte, scrisse al sindaco Domenici. "La morte del ragazzo romano era una morte annunciata", ha ribadito Bonsanti anche in udienza. "Avvisai più volte anche i funzionari comunali: i cartelli di pericolo erano insufficienti, per ovviare a ogni pericolo occorrevano ripari fisico-meccanici". Presidi che sono stati predisposti solo dopo la morte dei due ragazzi. Per quella vicenda nel giugno del 2013 sono stati condannati a un anno di reclusione l'ex assessore alla cultura del Comune, Simone Siliani, e a 10 mesi il direttore della direzione cultura del Comune, Gherpelli. Assolto Frusi.


Dopo cinque anni il Forte Belvedere è stato riaperto temporaneamente al pubblico tra l'8 luglio e il 13 ottobre 2013, per una mostra dell'artista cinese Zhang Huan.

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