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Via libera allo svuotacarceri E in aula tornano le manette

Con 347 sì la Camera approva la fiducia al provvedimento voluto dal Guardasigilli. Buonanno (Lega): "Favore ai mafiosi". E l'M5S sventola il regolamento di Montecitorio

Via libera allo svuotacarceri E in aula tornano le manette

Roma - Ancora una seduta di fuoco nell'aula di Montecitorio questa volta per il voto di fiducia sul decreto svuotacarceri. Un provvedimento bocciato dai partiti d' opposizione, dal Movimento 5 stelle a Forza Italia da Fratelli d'Italia a Sinistra Ecologia e Libertà anche se con motivazioni diverse. Per la Lega il governo apre le celle ai criminali ed ai mafiosi mentre al contrario per Sel il decreto è troppo poco incisivo rispetto al problema del sovraffollamento. Protagonista della performance più teatrale il leghista, Gianluca Buonanno, che subito dopo la dichiarazione di voto ha tirato fuori un paio di manette, sventolandole sotto il naso del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, seduta nei banchi del governo. E dato che il ministro era al telefono si è anche lanciato in una battuta chiedendole attenzione «anche se magari al telefono c'è Ligresti». Pure i grillini si sono fatti notare dando il loro «no» alla fiducia mentre brandivano una copia del regolamento di Montecitorio in segno di protesta mentre i leghisti mostravano cartelli con la scritta «No al libera-mafiosi».
Le polemiche sullo svuotacarceri (votato da Pd, Scelta civica e Nuovo Centrodestra) riguardano sia il merito sia il metodo. Ancora una volta una decretazione d'urgenza, denunciano le opposizioni su una questione complessa e delicata. E come se non bastasse, rincarano, si è scelto di porre la questione di fiducia. Una decisione presa l'altra sera quando durante la riunione dei capigruppo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, si è sentito rispondere picche alla richiesta di ritirare gli emendamenti da parte delle opposizioni. A quel punto la fiducia è diventata una scelta obbligata - in serata è passata con 347 sì e 200 no - visto che il decreto scade il prossimo 21 febbraio e il provvedimento dovrà passare anche il vaglio di Palazzo Madama per il via libera definitivo.
Dunque alla maggioranza non è rimasta altra scelta che porre la fiducia e affrontare una seduta fiume alla Camera per non far decadere il decreto visto che al termine della fiducia l'aula doveva smaltire pure 120 ordini del giorno. La relatrice Donatella Ferranti, Pd, assicura che in Commissione Giustizia sono state apportate modifiche sufficienti ad escludere dalla liberazione anticipata speciale prevista nel decreto «i reati di mafia ed altri delitti gravi». Rassicurazioni che non sono bastate all'opposizione con la Lega che ha denunciato «l'ennesimo regalo fatto da questo governo a delinquenti e criminali».
Che cosa cambia con questo decreto? I braccialetti elettronici diventeranno conditio sine qua non negli arresti domiciliari. A meno che il giudice decida che non ce ne sia la necessità. Nei casi minori di spaccio cambiano le norme che riguardano «l'attenuante di lieve entità» che diventa un reato autonomo riducendo il rischio che con le aggravanti, come la recidiva, la pena possa diventare sproporzionata. Viene elevato a 4 anni il limite di pena che consente l'affidamento in prova ai servizi sociali. Poi la norma più discussa: la liberazione anticipata speciale. In via temporanea sale da 45 a 75 giorni a semestre la detrazione di pena concessa con la liberazione anticipata. L'ulteriore sconto, che comunque non vale in caso di affidamento in prova e detenzione domiciliare è applicato soltanto dopo la valutazione sul merito del beneficio. Restano esclusi i condannati di mafia o per altri gravi delitti come l'omicidio, la violenza sessuale, la rapina aggravata.

Per quanto riguarda i detenuti stranieri si allarga la possibilità dell' espulsione come misura alternativa alla detenzione purché la pena non superi i 2 anni.

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