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L'inchiesta su Dell'Utri spostata da Palermo a Milano

La Cassazione accoglie la richiesta dei legali del Cav e le indicazioni del procuratore Grasso: sconfitti i pm di Palermo

La Cassazione ha accolto la richiesta dei legali di Silvio Berlusconi e le indicazioni del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e ha deciso di spostare alla Dda di Milano l’inchiesta della procura di Palermo sulla presunta estorsione che vede implicato il senatore del Pdl Marcello dell’Utri. Adesso l'inchiesta passa "nelle mani" di Ilda Boccassini, che guida la Dda di Milano in qualità di procuratore aggiunto.

Un'ulteriore "sconfitta" per la procura di Palermo che aveva rivendicato la titolarità dell’inchiesta. Il procuratore di Palermo Francesco Messineo ha detto di avere ricevuto la notifica della decisione del procuratore generale della Cassazione di spostare nel capoluogo lombardo l’inchiesta sulla presunta estorsione di Dell’Utri al Cavaliere. "Si tratta - ha commentato Messineo - di un passaggio tecnico degli atti da un ufficio del pubblico ministero all’altro". Messineo, il suo aggiunto Antonio Ingroia e il sostituto Lia Sava avevano interrogato l'ex presidente del Consiglio lo scorso 5 settembre a Roma dopo avere respinto un’eccezione dei legali di Berlusconi, Nicolò Ghedini e Piero Longo, sulla incompetenza della Procura siciliana. "Allo stato delle indagini tutti i bonifici risultano essere pervenuti sui conto correnti accesi da Dell’Utri presso banche di Milano, eccetto due", si legge nel provvedimento con cui la Cassazione ha trasferito la competenza del processo.

Nel provvedimento lungo quattro pagine, il sostituto procuratore generale Aurelio Galasso ha spiegato i motivi per cui ha deciso di trasferire l’inchiesta da Palermo a Milano. Il procuratore ha fatto riferimento al parere espresso nei giorni scorsi da Grasso secondo cui la competenza sarebbe del pm di Milano. "Il richiamo da parte del pm della sentenza di condanna di Dell’Utri non appare rilevante ai fini di una eventuale competenza per connessione - ha scritto il magistrato- come rilevato dal procuratore nazionale non vi è coincidenza temporale tra le vicende, dal momento che la responsabilità penale di Dell’Utri è stata affermata fino al 1992 mentre i fatti per cui si procede sono tutti successivi. Inoltre i due procedimenti si trovano in diverse fasi procedimentali sicchè nessuna connessione è ipotizzabile". Il magistrato ha, infine, fatto riferimento al processo a carico di Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.

Dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione il processo a Dell’Utri per mafia è tornato davanti alla Corte d’Appello di Palermo.

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