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L'Italia ora teme il metodo Cipro

Secondo l'Eurogruppo il prelievo sui conti correnti è "un modello per tutti". Poi la smentita, ma Piazza Affari precipita

L'Italia ora teme il metodo Cipro

Altro che salvataggio: l'«effetto Cipro» è durato poco, anzi si è trasformato in un boomerang che ha abbattuto le Borse europee come birilli. I mercati non avevano fatto in tempo a salutare l'accordo raggiunto nella notte a Bruxelles, per evitare il fallimento e l'uscita dall'euro di Nicosia, che è arrivata, come una doccia gelida, la dichiarazione del presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem: la ristrutturazione delle banche di Cipro, con il sacrificio di azionisti e correntisti, rappresenta un modello per risolvere i problemi delle banche di altri Paesi europei. Un vero e proprio colpo per tutti gli investitori - italiani in primis - che vedono come uno spettro il prelievo forzoso sui conti correnti, almeno su quelli superiori ai 100mila euro, esclusi dalla garanzia europea. Un precedente talmente pericoloso che lo stesso presidente dell'Eurogruppo, in serata,si è sentito in obbligo di precisare, per bocca del portavoce, che «Cipro è un caso specifico con sfide eccezionali». Ma ormai il danno era fatto. I contraccolpi sulle piazze del vecchio Continente sono stati immediati (Londra -0,08%, Parigi -0,85%, Francoforte -0,31% e Madrid -1,94%): maglia nera Milano (-2,5%), colpita e affondata anche dalle voci di un nuovo declassamento dell'Italia, alla luce dell'incertezza politica, da parte di Moody's, che peraltro si trincera dietro un «non commentiamo voci di mercato». A soffire è stato soprattutto il comparto bancario, con i titoli prima sospesi e poi in caduta libera: Intesa Sanpaolo -6,21%, Banco Popolare -5,86%, Unicredit con -5,81%, Mediobanca -5,3% e Ubi -4,76%.

In forte rialzo lo spread Btp-Bund a 325 punti rispetto ai 307 dell'apertura. La Germania è infatti più che soddisfatta dell'intesa, che «fa assumere la responsabilità a chi ha provocato il problema», come ha dichiarato Angela Merkel. Tensione, invece, sul fronte russo: per il premier, Dmitri Medvedev, a Cipro «continua il saccheggio». L'intesa tra l'Eurogruppo e le autorità cipriote, infatti, prevede aiuti di 10 miliardi di euro per l'isola in cambio di una profonda ristrutturazione del settore bancario che risparmia i titolari di depositi sotto i 100mila euro, ma colpisce duramente quelli più facoltosi, tra i quali si contano molti russi.

Nel mirino ci sono le due banche più esposte: a cominciare dalla Banca di Cipro, la più importante dell'isola, in cui i depositi oltre i 100mila euro subiranno un prelievo di «circa il 30%». Nessuna cifra è invece stata fatta per quanto riguarda il prelievo sui depositi di Laiki, la seconda banca del Paese, il cui destino è ormai segnato: sarà infatti divisa in una «buona» e in una «cattiva banca». La parte sana confluirà nella Banca di Cipro, insieme ai depositi assicurati, quelli cioè sotto i 100mila euro, mentre quelli al di sopra di questa soglia «resteranno congelati finchè non sarà effettuata la ricapitalizzazione della banca,» si legge nel testo pubblicato dall'Eurogruppo, «con il pieno contributo di titolari di azioni, obbligazioni e depositi non garantiti» che lasceranno sul tavolo 4,2 miliardi. Mettendo così in pratica la teoria enunciata da Dijsselbloem: «Quello che abbiamo fatto la scorsa notte - ha detto - è buttare indietro il rischio», perché «se vogliamo un settore finanziario sano, l'unico modo è dire che chi ha assunto dei rischi deve gestirli, e se non ci riesce non doveva assumerli».

Quindi «se ci sono rischi in una banca - aggiunge - la nostra prima questione è: ok, cosa farete voi della banca per risolvere questo? Cosa potete fare per ricapitalizzarvi da soli? Se la banca non può farlo, allora parleremo con gli azionisti e gli obbligazionisti e chiederemo loro di contribuire a ricapitalizzare la banca e, se necessario, ci rivolgeremo ai titolari di depositi non assicurati».

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