Politica

Londra minaccia di uscire dall'Europa

Londra minaccia di uscire dall'Europa

LondraLa Gran Bretagna pronta ad uscire dall'Unione Europea se Jean Claude Juncker dovesse diventarne il nuovo Presidente. Secondo indiscrezioni pubblicate dal settimanale tedesco Der Spiegel, David Cameron avrebbe posto il suo veto all'elezione dell'ex primo ministro lussemburghese, già presidente dell'Eurogruppo del partito popolare europeo. Sempre secondo il settimanale, il premier britannico avrebbe detto ad Angela Merkel che un'elezione di Juncker destabilizzerebbe così tanto il suo partito da costringerlo ad anticipare il referendum sull'Europa, da lui stesso previsto entro il 2017: i risultati non potrebbero portare che all'uscita dell'Inghilterra dalla Comunità Europea. «Non si può eleggere un uomo degli Anni Ottanta per risolvere i problemi dei prossimi cinque anni», avrebbe detto Cameron alla collega tedesca. L'incarico viene ufficialmente deciso dal Consiglio Europeo composto dai capi di Stato dei 28 Paesi che compongono l'Unione, ma di fatto la candidatura più logica è quella di Juncker in virtù della sua elezione nel PPE, il gruppo di centro destra che si è aggiudicato il maggior numero di seggi alle elezioni della scorsa settimana. Si sa però che la decisione ultima viene presa dopo una serie di riunioni, nelle quali si discute quale sia la scelta che più aggrada alla maggioranza.
L'ostilità della Gran Bretagna nei confronti del conservatore Juncker era nota da tempo. Quando ancora era Primo Ministro del Lussembrugo, Juncker si era scontrato duramente con Blair sulla questione del budget europeo, argomento che rimane una priorità anche nell'agenda politica di Cameron. E fu lo stesso Cameron a consumare lo strappo con il Partito Popolare Europeo, dal quale uscì nel 2009. Juncker non era mai stato nella rosa dei suoi favoriti per quelle simpatie federaliste non condivise né dai conservatori britannici, né dagli svedesi e dagli ungheresi. In un primo momento, Angela Merkel aveva preferito non caldeggiare apertamente la sua candidatura, probabilmente nel tentativo di rafforzare un nuovo asse anglo-tedesco in grado di funzionare meglio di quella con i francesi. Così all'inizio la Merkel si era rifugiata in un cauto «tutto è possibile» per tenersi buoni gli inglesi. Fino a venerdì scorso almeno, quando la Cancelliera, dopo una campagna della stampa nazionale, si è vista costretta ad appoggiare pubblicamente Juncker.
A questo punto, però, sarebbe scattato l'aut aut di Cameron. Durante un incontro con la Merkel, il presidente lituano Grybauskaite, il primo ministro ungherese Orban, quello svedese Reinfeldt, la slovena Bratusek e quello irlandese Kenny, Cameron ha sottolineato la necessità di nuove consultazioni per decidere a chi affidare la nuova presidenza, escludendo Juncker come prima opzione. È probabile che la minaccia di un'uscita dall'Unione sia una mossa politica pensata dal leader conservatore per riprendersi i consensi perduti nel voto di domenica. Il trionfo degli euroscettici di Farage ha portato i Tories ai minimi storici ed ha espresso chiaramente non solo l'ostilità degli inglesi nei riguardi dell'Europa, ma anche l'insoddisfazione nei confronti di un governo troppo debole a Bruxelles.

Per Cameron, si annunciano negoziati bollenti.

Commenti