Cronache

L'ultimo incubo di Milano è il tassista violentatore

Carica una studentessa fuori dalla discoteca e la stupra. Poi gira impunito per un anno. Il "professionista ineccepibile" incastrato dall'informatica

L'ultimo incubo di Milano è il tassista violentatore

Milano - Lei non era né ubriaca né consenziente. Come invece vorrebbe far credere lui. Semplicemente uno schianto di ragazza. Di quelle che, quando passano per strada, ti volti a guardarle perché lasciano una scia di bellezza regale, lontanissima dalla volgarità. Gentile, dopo aver pagato la corsa, la giovane ha sorriso e ringraziato. In quel momento lui sostiene di essersi sentito «incoraggiato». Come, del resto, sempre a sentire lui, lo era «già stato tante altre volte» da certe clienti. È questo, a grandi linee, quel che ha dichiarato Luigi (i nomi sono di fantasia, ndr) tassista milanese di 32 anni che la sera del 7 febbraio ha violentato sulla propria auto di servizio Yula, una studentessa universitaria 20enne, originaria del Canada e a Milano per frequentare un corso del noto progetto internazionale tra atenei «Erasmus». Un uomo individuato e arrestato dagli investigatori della squadra di polizia giudiziaria del commissariato «Scalo Romana». Luigi, tipo mite e tranquillo, stimato dai colleghi, ha la licenza per guidare il taxi da dieci anni ed è incensurato. L'impressione dei poliziotti e dei magistrati che hanno indagato sul grave reato è che colui che, a prima vista, appare come il ragazzo della porta accanto, in realtà, incarni, evidentemente fino all'eccesso, il tipo del «piacione». Talmente preso da sé e dal proprio aspetto fisico che nel tempo libero posta sue foto conturbanti su Facebook.

Yula, la sera del 7 febbraio, aveva trascorso una serata con amici alla discoteca «Old Fashion», nel parco Sempione. Uscita, poco prima delle 2, davanti all'ingresso di viale Alemagna, trova una fila di taxi e sale sul primo. Chiede di essere portata in via Pietro Bottoni, in zona Ripamonti e all'inizio non nota nemmeno l'uomo alla guida. Ma lui nota lei. I due cominciano a parlare del più e del meno, forse la giovane racconta qualcosa di sé, l'uomo ascolta, annuisce, commenta. Arrivati a destinazione Luigi ferma il tassametro, la studentessa canadese paga, sorride. A quel punto accade qualcosa di anomalo: prima che Yula riesca a scendere, Luigi accosta la vettura al ciglio della strada, spostandola di circa 50 metri. Poi ferma il motore, chiude l'auto, si gira verso il sedile posteriore dove la giovane lo guarda sgranando gli occhioni e, in un attimo, le è sopra. La studentessa grida, ma la via è molto isolata e a quell'ora deserta. Il tassista la tocca, la violenta con un rapporto completo nonostante lei continui a divincolarsi, e, solo dopo, apre le porte della vettura. Mentre la 20enne sguscia in lacrime verso casa, Luigi si ripulisce, pulisce il sedile, quindi butta i fazzolettini usati sul ciglio della strada e riparte.

Yula è sconvolta ma non perde tempo. Risale in casa, racconta tra i singhiozzi e in maniera confusa dello stupro subito alla sua convivente, quindi chiama il 113. Ai poliziotti della volante la ragazza spiega quel che le è successo. Gli agenti repertano subito i fazzoletti lasciati a terra dal tassista. Alla clinica Mangiagalli la violenza è evidente: l'uomo, nella sua foga, le ha lasciato anche delle ecchimosi sul basso ventre.

La mattina seguente la studentessa si reca con l'amica al commissariato «Scalo Romana», per sporgere denuncia. Capo chino, occhi chiusi e testa tra le mani non riesce però a parlare ed è costretta a tornare il giorno dopo quando racconta tutto in maniera molto circostanziata, fermandosi solo perché scossa da continui conati di vomito. La polizia le crede. E anche i magistrati, che la interrogano per ben due volte. Yula riconosce il logo con la scritta bianca e gialla in campo rosso della cooperativa di radiotaxi. Il resto lo fanno in maniera molto collaborativa proprio alla loro alla centrale operativa. Dove, grazie a un efficiente e modernissimo sistema informatico, con la via di partenza e quella di arrivo, ricostruiscono fasce orarie e tracciati. E infine estrapolano una vettura, un tassista. Luigi minimizza. «Era consenziente» dice col sorriso ammiccante di chi crede di saperla lunga sulle donne.

Ma non convince nessuno.

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