Politica

M5S, Grillo caccia pure Pirini e la lista di Forlì

La consigliera di Forlì aveva contestato il ruolo di Casaleggio. Salsi: "Un patacchino non ci impedirà di fare buona politica"

Raffaella Pirini, consigliere comunale a Forlì
Raffaella Pirini, consigliere comunale a Forlì

Le purghe grilline vanno avanti. Dopo aver escluso Giovanni Favia e Federica Salsi dal MoVimento 5 Stelle, il comico genovese vieta anche a Raffaella Pirini l'uso del simbolo.

Il consigliere al Comune di Forlì già a settembre aveva duramente criticato i vertici del M5S e in particolare aveva chiesto chiarezza circa il ruolo svolto da Gianroberto Casaleggio. Poi, quando Beppe Grillo si era scagliato contro la Salsi sostenendo che "il talk show è il punto G che dà l'orgasmo in tv", la Pirini non aveva avuto remore a bollare il suo leader come "maschilista".

La scomunica, che riguarderebbe tutti i grillini di Forlì, in realtà era arrivata il 6 novembre scorso via email ed era stata confermata il 12 novembre tramite raccomandata inviata dalla studio legale Squassi e Montefusco, lo stesso giorno in cui una lettera simile è stata recapitata al consigliere piemontese Fabrizio Biolè. Eppure la lista civica forlivese, quella che ha portato all'elezione della Pirini nel 2009, è stata una delle prime a ottenere il placet di Grillo. "Da anni diamo tutti per assodato che la nostra era una lista certificata a tutti gli effetti, una delle prime in Italia", spiega la consigliera, "E proprio a me Grillo chiese di candidarmi alla presidenza alle elezioni regionali del 2010 in rappresentanza del Movimento. Una proposta prestigiosa che dovetti a malincuore rifiutare per motivi di lavoro e personali".

E invece i legali di Grillo contestano alla lista civica "una banale quanto insussistente questione formale: dato che siamo stati certificati prima della nascita del movimento, non avremmo più diritto ad usarne il logo sul nostro sito. Eppure siamo lista civica certificata, Beppe lo sa bene. Così come sa bene che le condizioni formali in base alle quali abbiamo ottenuto la certificazione nel 2009 non sono mutate e dunque riteniamo questa vostra intimazione vada ben oltre regolamento a cui ci siamo sempre adeguati". Insomma, dal padre padrone è arrivata una "pugnalata nella schiena".

Per questo la Pirini ha deciso di non diffondere la notizia e rispondere direttamente al comico atttraverso una lettera, ricordandogli l'operato del gruppo di Forlì, tra i primi Meetup italiani. Lettera a cui non ha ricevuto risposta. "Passano i giorni, la situazione è imbarazzante", "Ci sono da presentare le candidature alle Parlamentarie on line. Le richieste dei candidati forlivesi non vengono nemmeno prese in considerazione. Qualche voce della situazione forlivese trapela sui mass media. I giornalisti ci chiedono cosa sia succedendo. Ma in attesa di quell’auspicata risposta , correttamente, e per non alimentare polemiche, mi trovo costretta a entrare in silenzio stampa. Passano i giorni. Nulla. Cerchiamo di rompere quel silenzio con un'altra lettera dove, cronologicamente, mettiamo per iscritto il rapporto che si era creato negli anni fra Beppe Grillo e i ragazzi del movimento di Forlì".

Difficilmente la mossa di Grillo avrà effetti concreti: "La base è con noi e noi continuiamo a lavorare sul territorio duramente e come sempre. Saremo anche stati espulsi, ma noi ci sentiamo dentro al MoVimento 5 Stelle, perché senza di noi attivisti e consiglieri, anche se siamo degli zeri Beppe Grillo non sarebbe altro che... un blog", taglia corto la consigliera.

"Non sarà certo un patacchino a impedirci di fare buona politica", ha aggiunto sul suo profilo Facebook Federica Salsi. Che il comico genovese abbia aperto la strada alla nascita di un movimento alternativo?

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