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Mai vista una persecuzione così. Esplode la rabbia degli avvocati

Diritti tv, Ghedini rinuncia all'arringa e deposita una memoria: "Ci condannano. Puntiamo sull'assoluzione in Cassazione, questo non è un processo super partes"

Mai vista una persecuzione così. Esplode la rabbia degli avvocati

«La verità, signori giudici, è che Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini ed io vi stiamo antipatici». Piero Longo, uno dei due avvocati del Cavaliere, sintetizza così davanti alla Corte d'appello il clima quasi di scoramento che si respira nello staff difensivo di Berlusconi a conclusione della giornata di ieri. La visita fiscale ordinata dalla Corte d'appello a carico di Berlusconi, ricoverato al San Raffaele per un'infezione agli occhi, si è conclusa con un referto che attesta che lo stato di salute del paziente non è «assolutamente incompatibile» con la sua presenza in aula. In sostanza, i primari del San Raffaele che avevano attestato l'impedimento dell'imputato vengono platealmente sconfessati dai colleghi inviati dalla Corte d'appello.

Il referto trasmesso alla Corte dopo la visita non dice che si tratti di una malattia immaginaria o millantata, dà atto della patologia, attesta anche che in mattinata il paziente ha avuto una «crisi lipotimica», una sorta di svenimento; ma conclude che, se proprio volesse, Berlusconi potrebbe essere presente in aula. Certo, «pur dovendosi sottolineare che le lamentate problematiche visive e la sintomatologia dolorosa satellite possano interferire con l'efficienza psicofisica del soggetto».
Sulla base del referto, la Corte ordina che l'udienza si tenga regolarmente. I due legali prendono la parola brevemente per le arringhe difensive, ma con l'aria di chi pensa che è tutto inutile. Ghedini deposita una memoria scritta, «altrimenti qui facciamo notte». E si dice sicuro di come andrà a finire: «Non è un modo di fare un processo super partes, e per questo abbiamo rinunciato a discutere. Questi giudici ci condanneranno. Ma speriamo di andare al più presto in Cassazione, dove speriamo in una assoluzione».
Se davvero la previsione di Ghedini si dovesse avverare, la situazione processuale ma anche politica di Berlusconi si farebbe critica. Il processo di ieri era infatti l'unico, dei tre attualmente in corso a carico dell'ex premier, già arrivato al secondo grado di giudizio. Si tratta della vicenda dei diritti tv acquistati da Mediaset, che vede il Cavaliere imputato di frode fiscale e che nell'ottobre scorso ha portato il tribunale a infliggergli quattro anni di carcere e cinque di interdizione dai pubblici uffici. Se la Corte d'appello confermerà la sentenza, solo il filtro della Cassazione potrebbe salvare Berlusconi dall'espulsione dal Parlamento a causa dell'interdizione dai pubblici uffici.

La giornata giudiziaria di Silvio Berlusconi era iniziata sotto tutt'altri auspici. Dopo che ieri i giudici del caso Ruby avevano accolto la richiesta di rinvio dell'udienza per motivi di salute, prendendo per buoni i certificati medici inviati dal San Raffaele, e rifiutando la visita fiscale chiesta da Ilda Boccassini, i legali di Berlusconi immaginavano che anche la Corte del caso «diritti tv» facesse lo stesso. Invece il giudice Alessandra Galli e i suoi giudici a latere prendono la faccenda di petto, decidendo di andare a verificare se Berlusconi e i medici che l'hanno in cura non stiano dipingendo questa ormai famosa uveite peggio di quanto sia in realtà. E la visita fiscale dà loro ragione.
A questo punto, a trovarsi un po' in imbarazzo sono i giudici del caso Ruby, che venerdì avevano accettato senza riserve i certificati medici prodotti dalle difese, e che hanno rinviato l'udienza a domani.

Il problema è che anche domani i medici di Berlusconi attesteranno che è malato, visto che il certificato inviato l'altro ieri prevedeva una prognosi di una settimana. Cosa farà il tribunale del caso Ruby? Manderà un'altra visita fiscale?

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