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Manifesto contro il partito: l'anno prossimo la kermesse è a rischio

Manifesto contro il partito: l'anno prossimo la kermesse è a rischio

Bologna In provincia di Bologna le bandiere rosse sono troppo «sbiadite» e i volontari della festa dell'Unità di Anzola Emilia per il prossimo anno annunciano il forfait. I compagni hanno affidato il loro addio ad un manifesto vergato a mano, con bella grafia e sistemato nel piazzale di quella che ormai è stata loro ultima festa. Sul cartello si alternano un misto di amarezza e nostalgia per quel partito che non c'è più e che aveva saputo motivare i volontari che, anche loro ormai, non ci sono più.
La signora Bibi, 70 anni, la mano tremolante ma la voce ferma, spiega come lo spirito delle feste di una volta sia andato perduto. Lei c'era nell'agosto del 1946 quando i compagni si organizzarono all'interno di una piccola aia. I primi appuntamenti estivi erano gestiti da sei o sette volontari che finanziavano il «partitone» a suon di gnocco fritto, dolci di pasta frolla e vino rosso. Due tavolate al massimo, il sindaco che offriva le costolette alla brace mentre la vicina di casa tirava la sfoglia per i tortellini. Questo era il clima degli anni '50 nelle campagne emiliane senza i lampioni, quando «alle prime tenebre si contavano gli incassi programmando l'anno successivo». Oggi, però, la musica è cambiata. «I nostri onorevoli ci hanno deluso, le bandiere che sventolavano negli anni passati sono sbiadite, il partito è sbiadito e noi siamo stanchi». I volontari dai capelli grigi sono una razza in via d'estinzione, «i giovani non hanno voglia di impegnarsi» spiega con rammarico Bibi, famosa per l'impegno politico e la sua torta di riso. «Le nuove generazioni stentano a partecipare» scuote la testa «da Roma le soddisfazioni sono poche». I big del partito, «si fanno vedere poco - spiega - da Bologna, invece, venivano, mangiavano gratis e via che se ne andavano».
I volontari lo hanno voluto mettere nero su bianco il loro disappunto, sul cartello che campeggia in mezzo al prato tutto è scritto a chiare lettere: «Noi che lavoriamo siamo stanchi e a Roma i nostri onorevoli ci hanno deluso». La mano di Bibi, portavoce dei volontari di Anzola, è scivolata giù mentre scriveva quelle parole, è dura per chi ha sempre creduto in quella bandiera rossa guardarla oggi e vederla «sbiadita». L'anno prossimo quella festa del Pd, che nel Bolognese ha mantenuto ancora il nome originario di festa dell'Unità, nessuno la organizzerà. L'addio è senza ritorno.

«Tante grazie ma a noi così non va bene» è il messaggio dei compagni delusi che, guardando alle nuove generazioni, ammettono: «I giovani, a quelli, la poltrona non gliela mantengono più».

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