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Marina dice no alla politica ma se il Cav chiama sarà un sì

Compleanno ad Arcore per la primogenita di Berlusconi che insiste: "In campo? Il mio posto è in azienda". I sondaggi però la vedono vincente: consensi al 30%

Marina dice no alla politica ma se il Cav chiama sarà un sì

RomaSilvio Berlusconi resta ad Arcore e per la prima volta non trascorre a Villa Certosa, in Sardegna, il compleanno della figlia Marina. Una ricorrenza festeggiata insieme alla primogenita in tono inevitabilmente minore alla luce del calvario giudiziario che sta vivendo il leader del centrodestra. «Non è certo nello spirito di pensare alle feste e alle vacanze. Al massimo potrebbe spostarsi qualche giorno nella residenza di famiglia sul Lago Maggiore» spiegano gli uomini a lui vicini. Berlusconi è a Villa San Martino da martedì, in attesa che Giorgio Napolitano concluda l'analisi del suo caso e il periodo di «approfondimento e riflessione» richiesto. Qualche spiraglio per un provvedimento di clemenza esiste, fanno capire nel Pdl, e per questo nessuno rinuncia a coltivare la timida speranza che nelle prossime settimane possa arrivare un «segnale».

È Gianni Letta a tenere vivo il rapporto con il Colle. A lui, però, Giorgio Napolitano avrebbe escluso la possibilità di concedere elezioni in autunno. Un monito rivolto anche al Partito democratico, a cui avrebbe trasmesso analogo invito alla responsabilità, allontanando suggestioni elettorali in quel che resta del 2013. Serve, dunque, pazienza mentre Berlusconi è comprensibilmente deluso e desideroso di tornare al più presto alla piena agibilità politica. «Sicuramente in questa fase è più di lotta che di governo» spiegano i dirigenti azzurri. «Non si fida e non si può dire che non abbia ragioni per coltivare questo sentimento».

In questo clima di tensione, chi prova a spegnere fuochi e allontanare da sé i riflettori è Marina Berlusconi. Come riporta il Corriere della Sera, la presidente di Fininvest e Mondadori nelle ultime ore avrebbe rassicurato i manager del gruppo sul fatto che non è nelle sue intenzioni impegnarsi in politica. «Il mio posto è nelle aziende» il senso del suo ragionamento, a maggior ragione in una situazione complessiva così delicata. Insomma Marina rimane fermamente convinta che la leadership politica non può essere improvvisata né tantomeno trasmessa per via ereditaria, ma deve essere preparata attraverso la gavetta. Per dirla in termini aziendali: non si può puntare al vertice senza aver fatto l'apprendistato. E a chi le ricorda la discesa del padre nel '94, Marina fa notare che di Silvio Berlusconi ce n'è uno solo ed è inimitabile. Anche se nel partito c'è chi fa notare che qualora il padre dovesse chiederglielo, lei non si tirerebbe indietro. In realtà dentro il Pdl in tanti continuano a pensare che l'ipotesi di far guidare la rinascita azzurra a Marina sia la migliore, l'unica competitiva in un eventuale confronto con Matteo Renzi. Gli stessi sondaggisti sposano questa opzione. Per Alessandro Amadori di Coesis Research, intervistato da Affaritaliani.it: «Forza Italia guidata da lei potrebbe raggiungere anche il 30% e la coalizione potrebbe arrivare al 37-38% incluso Fratelli d'Italia. In questo momento Marina Berlusconi vale più di qualsiasi leader del centrodestra».

Sullo sfondo il «binario celere» assegnato al processo Mediaset fa scattare le proteste di chi da anni è in attesa di un pronunciamento della Cassazione. È il caso di una signora di Teramo che ha scritto a Berlusconi per raccontare il caso di suo nonno di 89 anni che «ha presentato un ricorso in Cassazione quattro anni fa e ancora aspetta che gli venga fissata l'udienza. Nonostante i tanti solleciti inoltrati e in tanti soldi pagati agli avvocati» racconta. «Per questo ho scritto a Berlusconi esprimendo tutta la mia solidarietà per l'ingiustificata celerità con la quale hanno trattato il suo processo». La sorpresa è stata che venerdì pomeriggio ha ricevuto una telefonata da parte di Berlusconi in persona. «Non vi dico la mia incredulità e meraviglia, poi trasformatasi in gioia. Lui è stato gentilissimo, mi ha ringraziato per la solidarietà e mi ha detto che mi riceverà a Roma a Palazzo Grazioli. Mi ha anche detto che gli dispiace per mio nonno e che qualsiasi cosa mi sarebbe servita non avrei dovuto fare altro che chiedere.

In quel momento mi è dispiaciuto che non fosse presente mio nonno, glielo avrei voluto passare».

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