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Marina si chiama fuori: "Non scendo in campo" Ma il Pdl cerca un jolly

Dopo le voci sulla leadership la presidente di Fininvest si sfila. Brunetta: "Non mi piacciono le dinastie". E nel partito si apre il dibattito

Marina si chiama fuori: "Non scendo in campo" Ma il Pdl cerca un jolly

Marina dice no. Anche papà non era tanto convinto, quasi a impedire che la figlia prediletta si gettasse in un vero e proprio tritacarne. Così, l'ipotesi di Marina Berlusconi successore di Silvio Berlusconi alla guida del Pdl, che piace tanto a mezzo partito, sfuma nel giro di poche ore. Il niet arriva dalla diretta interessata con una nota: «Di fronte al ripetersi di indiscrezioni su un impegno in politica di Marina Berlusconi - fa sapere il portavoce della presidente di Fininvest - non possiamo che ribadire quanto già più volte detto in passato: si tratta di ipotesi che non hanno alcun fondamento». E Francesca Pascale, compagna del Cavaliere, conferma che lui non sarebbe d'accordo sulla discesa in campo della figlia: «Sono orgogliosa di essere amica di Marina Berlusconi - dice la Pascale -. E se facesse un passo in politica non sarebbe un errore». Ma c'è un ma: «Non credo che il padre sia così d'accordo, considerato quello che è successo a lui da quando è sceso in campo».

L'altolà al passaggio del testimone in famiglia arriva pure dal capogruppo alla Camera, Brunetta: «Non mi piacciono le dinastie, né quelle monarchiche né quelle democratiche. Se la dottoressa Marina Berlusconi vuole fare politica, e ne ha tutte le capacità, faccia pure. Ma non penso che sia plausibile un'investitura a carattere ereditario». E ancora: «Dimostri le capacità in politica, come ha fatto in ambito manageriale e, se vale, acquisirà ruoli, funzioni, leadership. Io amo il merito, in democrazia è tutto. Essere leader perché si è “nati da” penso sia un modo di selezionare la classe dirigente un po' obsoleto». E Alfano taglia corto: «Perché si parli di successione bisogna prima che Silvio Berlusconi non ci sia più e io contesto che il Pdl abbia bisogno di una successione. Berlusconi è in campo e può ancora condurci alla vittoria».

Nonostante ciò, la carta Marina da molti è ancora vista come jolly. Daniela Santanchè parla chiaro: «Il Pdl non c'è più. Il Pdl è stata un grandissima intuizione di Silvio Berlusconi, ma poi è finito credo si debba ritornare a Forza Italia. Marina Berlusconi è bravissima. Non ha mai fatto politica? Meglio. Il fatto della dinastia non la avverto come critica. Più Clinton o Kirchner? Ma negli Usa ci sono anche i Bush, i Kennedy... E gli Usa sono una democrazia molto avanzata».

Pure Stefania Prestigiacomo è sulla stessa linea: «Marina ha già ampiamente dimostrato sul campo quanto vale. È un grande esempio di imprenditrice e di donna, sarebbe una guida eccellente». E poi: «Il Pdl ha fatto il suo tempo e oggi inizia un nuovo percorso del centrodestra italiano verso un partito che si chiamerà Forza Italia». Entusiasta dell'idea pure Michaela Biancofiore, secondo cui la figlia di Silvio «sarebbe la nostra Renzi: molto più seria, preparata e affidabile». Contente sarebbero anche Nunzia De Girolamo e Laura Ravetto, che dice: «Magari! Affiancata al padre! Ma non ce ne sarà bisogno: Silvio Berlusconi resta il nostro leader». Mentre Giancarlo Galan, alla direzione del Pdl, lancia il sasso: «Siamo qui per approvare il bilancio senza che sia stata fatta una riunione del gruppo per parlare del partito? Assurdo...

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