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Matteo piazza gli amici, promosso papà Boschi

Nel "Giglio magico" si fa carriera: il padre del ministro delle Riforme nuovo vicepresidente della Banca Etruria

Matteo piazza gli amici, promosso papà Boschi

Per una volta una promozione non riguarda un «figlio di», ma un «padre di». Probabilmente Pierluigi Boschi appena eletto dall'assemblea di Banca Etruria vicepresidente dell'istituto di credito aretino, non avrà la classica reazione dei «figli d'arte» quando vengono identificati come tali. Piuttosto proverà un giustificato orgoglio paterno per il ribaltamento della percezione pubblica della sua nomina. Fatto sta che la conquista della prestigiosa poltrona della Popolare toscana fa ricadere più di una ironia sul genitore di Maria Elena Boschi, già dirigente della Coldiretti in Valdarno, presidente della Confcooperative Arezzo dal 2004 al 2010 e consigliere della stessa Banca Etruria.

Su Twitter è il consigliere regionale toscano di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli ad aprire le danze: «Con Renzi tutto cambiaverso? Boschi padre vicepresidente di Bancaetruria?». Altri sottolineano come dal «sicambiaverso» si sia tornati alla «solitamusica». E Dagospia si chiede: «Banca Etruria, che ha opportunamente e tempestivamente appena promosso Pierluigi Boschi vicepresidente avrà per questo attenzioni più comprensive dalla Banca d'Italia che, in attesa di passare la mano alla Bce in fatto di vigilanza bancaria, sta facendo la voce grossa con tutte le banche popolari per fare bella figura con chi li rimpiazzerà?». Dubbi di opportunità, perplessità, battute in libertà, per una designazione comunque estranea ai poteri del premier.

Naturalmente, al netto delle «insinuazioni», il pensiero di molti torna al cosiddetto «Giglio magico», ovvero al sistema di potere che il sindaco di Firenze, poi segretario del Pd e infine premier, ha costruito attorno a sé. L'elenco dei nomi noti scelti tra i fedelissimi per incarichi di alto livello iniziano, ovviamente, dalla stessa Maria Elena Boschi. Nominata giovanissima da Renzi nel cda di Publiacqua, coordinatrice dei comitati elettorali nel 2012, organizzatrice della Leopolda 4, oggi ministro delle Riforme e sorta di alter ego comunicativo del Rottamatore. Nell'elenco dei fedelissimi figura naturalmente Antonella Manzione, già dirigente della polizia municipale di Firenze e direttore generale del Comune, ora indicata da Renzi per la guida del Dipartimento affari giuridici legislativi di Palazzo Chigi, ieri ha presieduto il suo primo pre-consiglio dei ministri. Una nomina per la quale Renzi si è battuto fino a piegare le obiezioni sollevate dalla Corte dei Conti. Nella geografia renziana va sicuramente ricordato Giuliano da Empoli, presidente del Gabinetto Viesseux di Firenze ed ex assessore alla Cultura, tornato al fianco del premier come consigliere politico. Suo consigliere economico è Yoram Gutgeld, ex McKinsey ed ispiratore della Renzinomics. Negli elenchi degli uomini premiati dall'ex primo cittadino fiorentino figura poi l'economista Luigi Zingales, già con Fare per fermare il declino, ora nel cda dell'Eni. Il fondatore di Mtv Antonio Campo dall'Orto è, invece, membro del cda di Poste italiane. Nomine «toscane» nei consigli d'amministrazione delle grandi partecipate statali sono anche quelle di Alberto Bianchi all'Enel, (Bianchi è nel cda della renzianissima fondazione Open, dopo essere stato tesoriere di Big Bang), ma anche Fabrizio Landi a Finmeccanica, Elisabetta Fabri alle Poste e Marco Seracini all'Eni. Una vera e propria «leopoldizzazione» delle controllate statali (e non solo).

E c'è chi giura che sia solo l'inizio.

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