Politica

Matteo Renzi spacca (ancora) il centrino di Monti e Mauro

I Popolari: "Non ci interessano le poltrone, ma non ci convince il programma". Sostegno da Scelta civica e Udc, ma la sfida è in Senato: Renzi avrà la maggioranza?

Il ministro alla Difesa Mario Mauro e l'ex premier Mario Monti
Il ministro alla Difesa Mario Mauro e l'ex premier Mario Monti

Il governo Renzi si appresta a nascere, tra i malumori delle correnti interne al Pd e i paletti imposti dal Nuovo centrodestra. Ma anche il Centro è in subbuglio, tra i Popolari per l'Italia di Mauro che negano il sostegno al nuovo esecutivo e Scelta civica e Udc che si preparano a dare il voto di fiducia.

Una galassia, quella del "centrino", fatta di pochi seggi e tante forze politiche ormai spaccate tra loro. La vera sfida sarà in Senato, dove - rispetto al governo Letta - la squadra di Renzi rischia di non trovare i numeri.

"L’unica certezza è che al momento, al Senato, Renzi non ha la maggioranza", minaccia Tito Di Maggio dei Popolari, che a Palazzo Madama ha 12 poltrone, "Renzi ragiona con la disponibilità di tutti i gruppi, ma noi stamattina abbiamo avuto un nostro incontro per ragionare su quanto successo alla riunione di maggioranza di ieri e ci siamo resi conto che la nostra disponibilità non è così scontata". Rispetto al governo Letta, tra l'altro, i Popolari restano a bocca asciutta. "Crediamo che Mauro abbia operato bene in questo anno e la sua è una di quelle caselle che può continuare il suo lavoro", ribadisce Di Maggio. Parole mitigate da quelle dello stesso Mauro: "Siamo consapevoli della necessità di dare un governo al Paese perché non è finita la fase di emergenza descritta da Giorgio Napolitano nell’aprile dello scorso anno", ha detto arrivando al quarto congresso nazionale dell’Udc. Lorenzo Dellai, però, smentisce che si tratti di una questione di poltrone: "Come abbiamo già annunciato pubblicamente e direttamente al presidente del Consiglio incaricato e al Capo dello Stato, il nostro sarà un atteggiamento di responsabilità vincolato unicamente alla presenza nella proposta del governo delle ragioni politiche e programmatiche da noi ritenute imprescindibili per l’interesse preminente del Paese".

Di altro avviso l'Udc, che ha in parlamento appena 2 senatori. "I numeri del governo Renzi ci devono essere, ci deve essere responsabilità, il paese ha bisogno di un governo", ha detto il segretario Lorenzo Cesa a SkyTg24, "Il governo ci sarà. È chiaro che bisogna tenere conto delle realtà in Parlamento, è bene che Renzi abbia sentito tutti. Noi sosterremo lealmente il governo Renzi, lo abbiamo fatto in momenti drammatici, è chiaro che lo faremo anche ora".

A sostegno di Matteo Renzi c'è anche Scelta Civica, che in Senato ha 8 poltrone e condivide in sostanza il programma del premier incaricato: "Riteniamo si debbano fare molto in fretta tutte le riforme necessarie per affermare la crescita e dare una spinta all’economia", ha detto Linda Lanzillotta, "Serve un contratto di coalizione stringente con riforme forti. Ci aspettiamo qualcosa di nuovo, che il presidente incaricato ascolti partiti che dovrebbero sostenerlo, definisca in modo puntuale l’agenda delle cose da fare in modo
che non ci siano poi sorprese dopo.

Quello che c’è da fare si sa, il problema è farlo con una maggioranza coesa, anche nei dettagli, come fanno in Germania".

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