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Mediaset, i possibili verdetti della Cassazione

Dopo aver attentamente valutato la richiesta del pg della Cassazione e l'arringa finale dei legali del Cavaliere, la Corte deciderà la sorte di Berlusconi. Ecco come può andare a finire

Mediaset, i possibili verdetti della Cassazione

Il pg della Cassazione, Antonio Mura, ha chiesto la conferma della condanna di appello a Silvio Berlusconi nel processo sui diritti tv Mediaset (4 anni di carcere, di cui tre coperti da indulto) e la riduzione dell'interdizione dai pubblici uffici da cinque a tre anni. Nell'arringa finale i legali del Cavaliere, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, hanno chiesto l'annullamento della sentenza di condanna "perché il fatto così come prospettato non è reato ed è penalmente irrilevante". Queste sono le "posizioni" in campo. Vediamo, ora, i possibili verdetti della Corte.

- Conferma della condanna a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici. Come già detto tre dei quattro anni verrebbero condonati dall'indulto del 2006, e Berlusconi per, l'anno residuo di pena, non andrebbe comunque in carcere, avendo superato i 70 anni di età. Previsti gli arresti domiciliari o l'affidamento ai servizi sociali. Ma le misure alternative al carcere, però, devono essere espressamente richieste al Tribunale di Sorveglianza.

- La Corte di Cassazione accoglie uno (o più) dei motivi di ricorso presentati dai difensori di Berlusconi. A quel punto può essere annullata la condanna oppure ordinato un altro processo d'Appello, con l'esplicita indicazione del punto da riconsiderare. Se dovesse andare in questo modo non è detto che il nuovo processo di Appello e la successiva nuova Cassazione facciano in tempo a essere celebrati prima della prescrizione, prevista nel settembre 2014 (il calcolo parte dall'ultima imputazione relativa al 2003).

- La soluzione più gradita a Berlusconi: la Cassazione annulla la condanna senza ordinare un nuovo Appello. Di fatto si tratta di un'assoluzione totale. Successo pieno per i legali del Cavaliere.

- Nel caso in cui dovesse scattare l'interdizione, questa farebbe decadere la carica di parlamentare e, se dovessimo tornare al voto anticipatamente, impedirebbe a Berlusconi di candidarsi. La decadenza dal seggio necessita di un ulteriore passaggio: dopo la sentenza occorre il voto della giunta delle immunità e quello dell'aula. Si potrebbe aprire anche un braccio di ferro, a livello parlamentare, per tentare di bloccare la decadenza, con possibili risvolti a livello giuridico (ricorsi alla Corte costituzionale).

- Qualora la Cassazione dovesse confermare la condanna, cosa accadrebbe subito dopo? Prima di tutto, nell'arco di 24 ore, partirebbe la comunicazione ufficiale della sentenza: una per il Senato, con la notifica del dispositivo che riguarda l'interdizione, l'altra per la Procura di Milano. In un breve lasso di tempo dalla Procura partirebbe un ordine di esecuzione della pena e, contestualmente, un decreto di sospensione. Berlusconi avrebbe trenta giorni di tempo per scegliere come intende scontare la pena: se in affidamento ai servizi sociali, oppure agli arresti domiciliari.

Qualora il Cavaliere non dovesse scegliera alcuna pena alternativa al carcere, il procuratore di Milano, Bruti Liberati, dovrebbe applicare la legge Alfano (estesa da 12 a 18 mesi dall'ex Guardasigilli Paola Severino) con l'obbligo dei domiciliari.

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