Politica

Medici contro Balduzzi: ancora due mesi prima di partire con le nuove ricette

Le nuove norme previste dalla spending review impongono di prescrivere il solo principio attivo nella ricetta rossa ma i medici chiedono un rinvio di due mesi per non creare problemi ai pazienti

É braccio di ferro tra i medici e il ministro della Salute, Renato Balduzzi che accusa i camici bianchi di boicottare le decisioni del governo. I medici replicano:vogliamo ancora due mesi di tempo per partire con le nuove ricette.
Il motivo del contendere è sempre lo stesso. Le nuove norme previste dalla "spending review" che impongono ai medici di prescrivere il solo principio attivo nella ricetta rossa.Stop dunque alle ricette che specificano la marca del medicinale per i pazienti che iniziano ad assumerle ora. Per i vecchi pazienti cronici, ovvero quelli che già erano in cura con un farmaco specifico "griffato", però non cambia nulla proprio per non creare problemi a chi si era già abituato ad un medicinale.
La nuova norma è entrata ufficialmente in vigore il giorno di ferragosto ma subito i medici di famiglia hanno fatto muro. Il sindacato dei medici di medicina generale, Fimmg, con una circolare ha informato tutti i suoi aderenti che non sono tenuti ad applicare subito la norma e dunque a compilare le ricette con il solo principio attivo. La convenzione con il Servizio sanitario nazionale, dicono i medici di famiglia, prevede almeno trenta giorni di tempo per adeguarsi alle novità. Quindi niente ricette secondo le nuove norme fino a metà settembre.
Il ministro Balduzzi però non è d’accordo ed è intervenuto chiarendo che le ricette vanno compilate secondo legge subito e che se esiste, come indubbiamente esiste, un problema di adeguamento dei sistemi informatici per il momento i medici possono arrangiarsi tornando a scrivere le ricette a mano.
"La norma è chiara e non voglio neanche pensare lontanamente a forme di boicottaggio di questa operazione - avverte il ministro - Posso comprendere qualche lamentela ma la norma è stata ampiamente chiarita da una circolare del ministero".
Il medico dunque, ribadisce Balduzzi, potrà prescrivere un medicinale specifico solo aggiungendo una clausola di «non sostituibilità» sostenuta da ragioni scientifiche. In quel caso, e soltanto in quello, il farmacista, obbligato per gli altri casi a consegnare il medicinale meno costoso con quel principio attivo, potrà invece dare al paziente il farmaco specifico. Ma comunque la differenza di prezzo resta a carico del paziente come era già in passato a parte rarissime eccezioni per patologie specifiche. Balduzzi invita quindi i medici di famiglia ad «essere propositivi» e a non "guardare indietro".
Ma i medici rilanciano la sfida. La replica questa volta è di Massimo Cozza, segretario generale Cgil medici, e del coordinatore nazionale di Medicina generale della Cgil, Nicola Preiti.
"Il boicottaggio della norma sul principio attivo nelle nuove ricette, paventato dal Ministro della Salute Balduzzi è per noi escluso ma servono due mesi per l’adeguamento del software, come indicato in un comunicato dello stesso Ministero della Salute - scrive in una nota Cozza - In questo periodo, la deroga indicata dal Ministro sul ritorno temporaneo delle ricette a mano è destinata a creare confusione, inefficacia e disservizi.

Per guardare avanti con saggezza ed equilibrio e salvare la norma, come auspicato dallo stesso Ministro Balduzzi, è necessario il rinvio di due mesi per una sua appropriata applicazione".

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