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Mogherini verso Bruxelles, aria di rimpasto

Il ministro degli Esteri in ballottaggio con De Castro, che vuole l'Agricoltura

Mogherini verso Bruxelles, aria di rimpasto

Roma - La formazione della nuova Commissione europea potrebbe trascinarsi dietro un mini-rimpasto del governo. Tutto dipende dalle scelte che vorrà fare Matteo Renzi che, al momento, tiene la carte coperte. Soprattutto su quale gabinetto punta ad ottenere.
Il problema dell'immigrazione spingerebbe l'Italia verso Mr. Pesc, il ministro degli Esteri dell'Europa. Se così fosse, i due nomi in campo sarebbero Roberta Pinotti (Difesa) o Federica Mogherini (Esteri); e, a quel punto, una delle due dovrebbe essere sostituita.
Alla Merkel viene attribuita l'ipotesi di confermare l'incarico di ministro degli Esteri di Bruxelles alla Gran Bretagna, così da ingraziare Londra con un incarico di prestigio; e provare ad osteggiare il referendum anti-Europa.
A Downing Street non la penserebbero, però, allo stesso modo. Preferirebbero un incarico «di peso» reale in campo economico e non simbolico o politico. In altri termini, punterebbero alla commissione per la Concorrenza o a quella sulle Attività produttive. Una cosa è certa: la baronessa Ashton non verrà confermata.
Per sostituirla, Jean Claude Juncker punterebbe su Ursula Von der Leyen, la politica tedesca del Cdu che potrebbe rappresentare il dopo-Merkel al termine di questo Cancellierato. Ed un ruolo da Mrs. Pesc potrebbe arricchirle il curriculum. Sul futuro politico della nobildonna tedesca, però, gravano le scelte che Renzi vorrà fare o non fare.
Come quella che riguarderà il sostituto di Antonio Tajani alla Commissione Ue. Tajani è stato eletto al Parlamento di Strasburgo. Appena l'Europarlamento verrà composto si dimetterà da commissario.
Il governo italiano potrebbe anche indicare un suo sostituto per 4 mesi. Ma è più probabile che non lo farà (vorrebbe dire indicare un prossimo commissario in pectore), e Manuel Barroso assumerà l'incarico ad interim fino alla scadenza della commissione, in novembre.
Una cosa è certa: l'Italia non potrà puntare al gabinetto degli Affari economici, quello oggi retto da Olli Rehn. Il secondo debito pubblico più alto d'Europa (in termini di rapporto al Pil) esclude automaticamente questa poltrona. Discorso diverso per l'incarico di presidente dell'Eurogruppo. Da luglio a dicembre, sarà Pier Carlo Padoan il presidente di turno dei ministri delle Finanze della Ue. A novembre, insieme alla commissione, viene scelto il presidente dell'Eurogruppo. E lui potrebbe passare da un incarico a un altro a fine anno.
Non è escluso che Renzi possa avere un «piano B». E sarebbe quello di puntare a un incarico solo apparentemente di secondo piano, il commissario all'Agricoltura. In tal caso, il candidato sarebbe unico, l'eurodeputato ed ex ministro, Paolo de Castro.


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