Politica

Monti nelle sabbie mobili cerca di aggrapparsi a tutti

Il premier uscente per paura di essere ininfluente torna a farsi vedere in pubblico. Ma i messaggi di disponibilità che lancia sono generici

Monti nelle sabbie mobili cerca di aggrapparsi a tutti

Roma - Chi si rivede: Monti Mario. Di professione, presidente del Consiglio uscente. Forse ancora per un bel po', verificata la profondità della palude politica in cui si dibatte il suo improbabile successore in pectore, Pier Luigi Bersani. Qualcuno, dopo il deludente risultato elettorale dei suoi «centrini», aveva quasi dimenticato l'esistenza politica del Professore, messo in ombra dai tre leader dei poli che hanno conquistato quasi l'85 per cento dei voti e reso irrilevante dal fatto che il drappello dei parlamentari è inutile alla Camera e non sufficiente al Senato per la governabilità. Ma ieri Monti si è scosso, ribellandosi al suo destino marginale e ha lanciato all'Italia alcuni messaggi.
Il primo è tranquillizzante, anche se un po' irreale: «Credo che la possibilità di trovare accordi tra le forze politiche, ma siamo in campo di esclusiva competenza del capo dello Stato, sia più probabile del novembre 2011, se non altro perché allora non c'erano molti desiderosi di prendersi quell'onere», dice Monti nella conferenza stampa che segue l'incontro con i neo parlamentari di Scelta civica. E comunque, «se l'alternativa fosse un governo orientato a interrompere il tragitto europeo dell'Italia e quello delle riforme, credo che sarebbero meglio nuove elezioni». Comunque, «rimando al mittente ogni accusa di aver ecceduto nel rigore finanziario. Se avessimo chiesto il rinvio del pareggio di bilancio, impegno preso per il 2013 dal governo precedente, sarebbe stata garanzia di tracollo finanziario».

Poi messaggi un po' più personali. Ad esempio a Beppe Grillo: «Nessuna forza politica che si è affermata in queste elezioni e nemmeno quella che si è più affermata, e cioè il Movimento 5 Stelle, appare neanche lontanamente in grado di risolvere i problemi del Paese». Qualcuno gli chiede se ha ricevuto risposta all'invito fatto da Monti al capopopolo genovese per un confronto. Risposta negativa: «Non so se la segreteria abbia ricevuto una notizia dal signor Grillo». Con tanto di distinguo lessicale: «Qualcuno ha letto nella dicitura signor Grillo una deferenza al criterio del codice di condotta di Ms5 di chiamarsi signori e non onorevoli, cosa che trovo tra l'altro molto civile, ma non è così: è solo un dato di fatto».
Poi un messaggio a Bersani, che nei suoi otto punti di governo che servirebbero a sedurre il recalcitrante Movimento 5 Stelle per un'improbabile alleanza di governo ha inserito l'idea di correggere le politiche di rigore europeo: «Il tema è molto sensibile delicato e importante, vorrei leggere bene quel punto e gli altri. Vorrei solo dire, ma non è una risposta a Bersani, che l'Italia ha fatto un passo fondamentale nell'acquisire il pareggio di bilancio in termini strutturali».
Monti parla a tutti e non scarta alcuna ipotesi, regalando ai cronisti frasi buone per tutte le stagioni. Entrerà in un nuovo governo? «Ancora nessuno me lo ha chiesto». Si alleerà con Matteo Renzi? «Sono quesiti prematuri. Siamo appena reduci da queste interessanti elezioni e peraltro parte delle risposte dipendono da decisioni di un altro partito». Si farà un governo di larghe intese? «Sono valutazioni che solo il presidente della Repubblica e non il presidente del consiglio sul punto di uscire può fare». Illuminante.

In mattinata il premier è stato all'inaugurazione dell'anno accademico della scuola di formazione del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, lanciando un altro allarme: «Un attacco proveniente dal mondo cibernetico può produrre effetti devastanti ed immobilizzare l'intero Paese». No, non sta parlando dei grillini.

Almeno crediamo.

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