Politica

Dal Pd agli alfaniani, in lista il vecchio che avanza

Pochi volti nuovi e tanti riciclati ancora a caccia di una poltrona

Dal Pd agli alfaniani, in lista il vecchio che avanza

Roma - Il nuovo che avanza. Sì, ma non nel senso di «progredire», bensì in quello molto più prosaico di «restare, essere d'avanzo». È questa la filosofia che ha guidato i partiti nella compilazione delle liste per le elezioni europee del prossimo 25 maggio.

Un esempio ne è la lista «neopopolare» di Ncd e Udc. Ad esempio, al Sud è in ballo la candidatura del segretario post-democristiano Lorenzo Cesa, mentre l'ormai ex governatore calabrese, Giuseppe Scopelliti, minaccia di portare i propri voti altrove se non troverà spazio. Nel Nord-Ovest è in corso una lotta fratricida tra ciellini, con il ministro Maurizio Lupi che non vedrebbe di buon occhio la presenza dell'ex titolare della Difesa, Mario Mauro. Il pressing della magistratura, sempre in Lombardia, ha costretto al passo indietro Roberto Formigoni. Tra i «litiganti» quello che gode è sempre Pier Ferdinando Casini che ha «salvato» i propri fedelissimi dal supplizio delle preferenze e per l'ex portavoce Roberto Rao ha pure trovato un posto da consigliere alle Poste.

Non è molto diversa la storia del Pd. Certo, fanno notizia le sceneggiate del sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ha sdegnosamente rifiutato la candidatura per la retrocessione al secondo posto dietro Pina Picierno al Sud. Ma dietro le «quote rosa» renziane (tutte donne a capo delle liste) rispuntano nomi noti e meno noti: dall'ex Cgil e sindaco di Bologna Sergio Cofferati, all'ex ministro Cécile Kyenge, all'ex Tg1 David Sassoli all'ex governatore sardo Renato Soru. Altro che rottamazione. Nel collegio «Isole» c'è il più «ex» di tutti: Marco Zambuto che, a soli 41 anni, può vantarsi di essere stato ex Dc, ex Cdu, ex Udc (2 volte), ex Pdl (quota Alfano) e ora felicemente piddino. Un «ex» ce l'ha pure Fratelli d'Italia: Fabrizio Bracconeri, ex Forum ed ex Bruno sacchi della «3C».

Non fa eccezione la lista Tsipras che, oltre al «pattuglione» di Repubblica capitanato da Barbara Spinelli e da Curzio Maltese, fa sfoggio dello scrittore Ermanno Rea, dell'attore-cantautore Moni Ovadia, dell'operaia Electrolux Paola Morandin e della femminista Lorella Zanardo. La «Scelta europea» dei reduci montiani, di Tabacci e di Fare (di Michele Boldrin senza Oscar Giannino) ospiterà anche i reduci della diaspora liberale e repubblicana. Il che fa un po' tristezza se si guarda indietro a Luigi Einaudi e a Ugo La Malfa.

Una delle poche novità viene dal partito più «vecchio»: la Lega. Sebbene abbia rinunciato al secessionista veneto Angelo Zanardini, nelle liste troverà spazio - come indipendente - l'economista ed editorialista del Giornale, Claudio Borghi Aquilini.

Sempre nel nome della lotta all'euro.

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