Scandalo Mps

Mps, Mussari cancellò le mail da giugno a ottobre 2007

Come anticipato dal Giornale le mail dell’ex presidente di Mps sarebbero state "rimosse volontariamente". Mussari: "Oggi non parlo"

Il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari
Il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari

Come anticipato dal Giornale, da una informativa sull’inchiesta relativa all’aeroporto di Ampugnano e ora agli atti dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta, risulta che tutte le mail dell’ex presidente del Monte dei Paschi Giuseppe Mussari relative al periodo fine giugno-ottobre 2007 presenti sul suo pc e sul server di posta del Monte dei Paschi sarebbero state "rimosse volontariamente".

Gli inquirenti stanno infatti valutando se tra le mail cancellate vi fossero anche documenti relativi alla trattativa che ha portato Mps ad acquisire la banca veneta. Intanto nel pomeriggio è arrivato negli uffici della procura di Siena l'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena e dell’Abi, Giuseppe Mussari, al quale gli inquirenti contestano una serie di operazioni "sospette" compiute da Mps. Mussari è pronto a rispondere a tutte le domande dei sostituti procuratori "ma non in data odierna", ha fatto sapere il suo legale, l’avvocato Fabio Pisillo.

Nel frattempo, l'ex funzionario della banca d’affari Dresdner, sentito a Roma dalla Gdf, ha confermato tutte le accuse nei confronti di Mps che aveva già messo in un verbale di polizia giudiziaria nel 2008 e nelle quali spiegava che c’era "una banda del 5%" che prendeva una percentuale illecita su ogni operazione e c’erano "pagamenti riservati" ai vertici di Mps. Rizzo ha anche confermato l’esistenza dei nastri - depositati a Milano già nel 2008 - sui quali avrebbe registrato le conversazioni tra lui e gli altri funzionari della Dresdner nelle occasioni in cui si parlava di Mps. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, di 2-3 nastri relativi a riunioni interne alla banca d’affari alle quali ha partecipato lo stesso Rizzo.

Nel verbale del marzo del 2008, in particolare, Rizzo citava una cena con il funzionario della Dresdner, Michele Cortese - che sarà sentito anche lui nei prossimi giorni - nella quale quest’ultimo affermava che "Baldassarri e Pontone (capo area finanza e responsabile ufficio di Londra Mps, ndr) avevano percepito una commissione indebita dell’operazione per il tramite di Lutifin. Mi disse che i due erano conosciuti come la banda del 5% perché su ogni operazione prendevano una percentuale".

Inoltre, le polemiche sulla sovrapposizione delle procure ha portato il Csm ad aprire una inchiesta. C’è qualche iniziativa estemporanea dettata più dall’esigenza di inseguire la notorietà che da un coerente e responsabile esercizio dell’azione penale", aveva denunciato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, a proposito del filone d’inchiesta aperto a Trani su Mps. Vietti si è posto sulla stessa linea del capo della procura di Milano, Edmondo Burti Liberati, che aveva lamentato una mancanza del rispetto della regola della competenza territoriale.

"Quando diciamo che i magistrati devono ispirare le proprie azioni sempre a un rigoroso rispetto delle regole, vogliamo fare riferimento anche regole sulla competenza territoriale, che non è optional, ma uno dei criteri fondamentali nell’esercizio della giurisdizione", ha spiegato il vicepresidente dell’Organo di autogoverno della Magistratura.

Le "perplessità da più parti sollevate in ordine alla sovrapposizione di plurimi interventi giudiziari" sul caso Mps hanno spinto il Comitato di presidenza del Csm ad aprire una pratica sulle "eventuali modifiche della disciplina processuale di cui all’articolo 9 del codice di procedura penale".

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