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Napolitano: "Costituente? Ha una sua motivazione, ma io lascio nel 2013"

Il Presidente della Repubblica approva l'ipotesi "dopo trent'anni di tentativi abortiti di riforma costituzionale". Ma non vuole prorogare il mandato come proposto dall'Udc

Napolitano: "Costituente? Ha una sua motivazione, ma io lascio nel 2013"

L'ipotesi di un'assemblea Costituente, capace di fare quelle riforme che il Parlamento da mesi cerca di mettere a punto da mesi, non dispiace a Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica, però, respinge ogni possibilità che il suo mandato venga prorogato di un anno.

"Io so soltanto che dobbiamo farcela", dice il Capo dello Stato a Repubblica parlando della crisi dell'Eurozona, "hanno provato ad aprire nuove strade, e con successo, a fine giugno a Bruxelles Monti, Hollande, Rajoy, Draghi e altri". Per questo una Costituente, "dopo trent’anni di tentativi abortiti di riforma costituzionale" ha una sua "motivazione", ma va valutata dal Parlamento. Eppure Napolitano conta "i giorni alla rovescia fino al maggio del 2013".  

Napoltiano fa poi un bilancio del suo mandato: "In questi sei anni al Quirinale ho potuto meglio comprendere come il presidente della Repubblica italiana sia forse il capo di Stato europeo dotato di maggiori prerogative: gli altri capi di Stato non esecutivi hanno in generale poteri molto limitati. Il solo al quale, oltre a rappresentare l’unità nazionale, la Costituzione attribuisce poteri in vario modo precisi e incisivi è quello italiano". Parlando invece del caso Mancino che lo ha coinvolto, il Presidente delle Repubblica ribadisce: "La correttezza dei miei comportamenti ha trovato il più largo riconoscimento. Ho perfino resa pubblica la lettera da me inviata al Procuratore generale della Cassazione cui sono attribuiti precisi poteri per il corretto andamento dell’amministrazione della giustizia".

Sull'Europa e l'uscita dall'euro Napolitano non ha dubbi: "Sciocchezze o peggio pura demagogia: Gli Stati nazionali garantiscono una tradizione, una cultura, una storia, ma soltanto l’unione politica dell’Europa, secondo l’originaria ispirazione federale, garantisce la speranza del futuro".

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